Tuffi killer, a Jesolo gestori contro la chiusura dei pontili

JESOLO. No alla chiusura dei pontili. La città di Jesolo non vuole perdere una delle sue attrazioni, luogo privilegiato per la tintarella, per incontri tra amici o galanti. I quattro gravi incidenti in due mesi a causa dei tuffi, tutti occorsi a giovani, uno dei quali resterà purtroppo tetraplegico, hanno sollevato nuovamente la discussione sul pericolo dei tuffi dai pontili o sulla battigia.
L’acqua bassa e la sabbia compatta determinano sempre insaccamento e fratture delle vertebre. Ma, come non vengono sbarrate le montagne per le cadute degli scalatori, né chiuse le strade per gli incidenti, neppure i pontili vanno serrati. E questo è il comune sentire a Jesolo in piena stagione estiva. Lo ha confermato ieri il presidente della Federconsorzi, gestore delle spiagge di Jesolo, Renato Cattai.
Se la competenza è della capitaneria di porto, mentre la manutenzione spetta alla Jesolo Turismo, la questione sicurezza dei pontili interessa direttamente i gestori delle spiagge, consorzi e stabilimenti balneari in prima linea. «Con il dottor Fausto De Ferra del Pronto soccorso di Jesolo», ricorda il presidente Cattai, «abbiamo fatto molto in questi anni per cercare di evitare le tragedie che purtroppo si sono consumate. Evidentemente dobbiamo continuare ancora. Ma siamo contrari a qualsiasi chiusura, anche perché il messaggio sarebbe sbagliato. È fondamentale piuttosto la formazione e la informazione, queste sì".
"Se fossero chiusi i pontili», continua Cattai, «in qualsivoglia modalità, soprattutto i giovani, la notte, troverebbero il modo di entrare e scavalcare, spinti dalla voglia di trasgredire o dai fumi di alcol e sostanze magari. Di giorno c’è un controllo con gli assistenti al salvataggio e i bagnini di spiaggia che può essere intensificato. Noi possiamo agire sulla sensibilizzazione con campagne mirate, e anche con la informazione e comunicazione attraverso cartelli che potranno essere potenziati all’ingresso dei pontili e non solo alle loro estremità. La notte», conclude il presidente della Federconsorzi, «potremmo invece pensare a dei cartelli luminosi che si possano vedere chiaramente e che precisino i divieti e i rischi che si corrono».
Un po’ provocatoriamente il direttore generale dell’Usl 4, Carlo Bramezza, ha chiesto di chiuderli drasticamente. Il divieto di tuffarsi è comunque ben indicato dai cartelli. Anche il divieto di ingresso in molti di questi, seppure regolarmente disatteso. Perché è ormai consuetudine prendere il sole sui pontili che hanno la funzione di attracco per certe imbarcazioni e anche di infrastrutture per frangere la forza del mare e le mareggiate.
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