Truffa milionaria, via alle denunce

Una ventina di famiglie sono finite nella rete del promotore finanziario. «Chissà se rivedremo i soldi»
SAN DONÀ. Promotore finanziario nei guai, aumentano le persone pronte a denunciarlo per appropriazione indebita e truffa. Si è aggiunto un altro studio legale oltre a quello di Angelo Lorenzon che ha avviato le prime cause ai danni di questo consulente che risiede nel Sandonatese e ha operato molto nella zona in città dove fino a qualche anno fa era molto conosciuto. Gli avvocati si stanno preparando a presentare una denuncia collettiva alla guardia di finanza dopo aver raccolto le vittime del raggiro.


Non solo. I legali stanno lavorando anche per una segnalazione formale alla Consob, autorità competente nella eventuale radiazione dall’albo dei promotori al quale l’uomo risulta ancora iscritto.


Si calcolano una ventina di famiglie che gli hanno versato somme anche elevate, dai 20 ai 50 fino a 100 mila euro. La somma complessiva che ha investito e non più restituito a chi gli diede fiducia e gli affidò i risparmi ammonterebbe a circa un milione, considerando anche compravendite di case e altri investimenti curati per lo più ad amici e conoscenti vicini alla sua famiglia. Persone che vedeva spesso e con le quali andava a cena.


«Noi abbiamo versato a questa persona circa 90 mila euro», spiega una famiglia del Sandonatese, «siamo riusciti a farcene restituire 70 mila e attendiamo gli altri che non sappiamo se rivedremo più. La nostra insistenza è servita perché abbiamo capito per tempo che qualcosa non andava e annusato la truffa in atto. Quando siamo andati a casa sua per chiedergli i soldi ci ha cacciati in malo modo. Ma lui abita ancora in zona e viaggia su un’auto di lusso. Sappiamo di altri che con minacce e atteggiamenti più convincenti sono riusciti a farsi dare i soldi indietro».


La rabbia sta montando tra chi si è fidato del promotore in questi anni. «Sappiamo che ha lavorato per due istituti bancari», spiegano gli studi legali che seguono le varie cause, «e questo era il suo biglietto da visita. E sappiamo che gli stessi istituti di credito per i quali ha lavorato o ha collaborato lo hanno segnalato alla Consob per la radiazione dall’albo. Questo è un primo obiettivo, perché potrebbe agire ancora con altre persone. Quando riceveva le somme e prometteva di investirle, però, forniva una documentazione che il più delle volte non aveva alcuna validità. Per questo è complicata la restituzione del denaro».


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