Trovate 80 uova deposte sulla spiaggia da una tartaruga

Transennato il nido vicino allo stabilimento Casa Bianca  Il biologo Tomei: «Forse è tornata quella che ho salvato»
Giovanni Cagnassi

JESOLO

La tartaruga è affiorata venerdì notte dall’acqua per muoversi lentamente, come sua secolare caratteristica, sulla battigia e la sabbia, 13 metri dopo, dello stabilimento balneare Casa Bianca dove ha deposto circa 80 uova. A notarla, due turisti in passeggiata intorno all’1. 30. È il primo caso di deposizione al lido di Jesolo e sulla costa veneta anche se la specie Caretta Caretta è diffusa in queste acque. Un esemplare spiaggiato era stato trovato allo stabilimento Ponente verso piazza Nember. Ora il nido è transennato e presidiato h24. Tra 60 giorni i piccoli usciranno dal guscio e a seconda di temperatura e umidità saranno tutti maschi o femmine. La sorveglianza è a cura della capitaneria di porto, polizia locale, ma anche Legambiente, Wwf. Sono giunti esponenti del CERT – Cetacean strandings Emergency Response Team– dell’Università di Padova con il professor Sandro Mazzariol che ha parlato di un evento estremamente raro pur con 20 mila esemplari nei nostri mari.

Il direttore del museo di storia naturale di Jesolo, dottor Roberto Basso non ha dubbi e ha mobilitato anche la sua associazione Arca. «Ha circa 20 anni», precisa, «e queste tartarughe hanno l’istinto a nidificare nel sito in cui sono nate. Dalle dimensioni non è la prima volta, sarà una trentina di chili. Ho iniziato a studiare le tartarughe marine 40 anni fa con il professor Argano della Università di Roma, un pioniere che diceva che in futuro la gente si sarebbe sempre più sensibilizzata ai temi della natura e gli animali in una progressiva convivenza».

Ora la sorveglianza verrà rinforzata, probabilmente con delle telecamere, mentre è allertato anche il personale dello stabilimento. Il sindaco, Valerio Zoggia, è stato subito informato. Il biologo jesolano Andrea Tomei, assieme al veterinario Renzo Tasinato, aveva salvato una Caretta Caretta da morte certa dopo che il carapace era stato squarciato da un’elica. E loro lo avevano ricostruito con il vertroresina, come fosse lo scafo di una barca: «È un fatto unico, mai accaduto, solitamente depongono in Puglia o Sicilia, secondo me è un caso. A meno che non sia quella che abbiamo salvato noi e sarebbe meraviglioso». —



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