«Troppo cemento» scontro in Consiglio
JESOLO.
Amici nemici, la saga infinita di Renato Martin e Francesco Calzavara. Nell'ultimo Consiglio comunale sono esplose scintille tra l'ex sindaco ed il sindaco attuale. Tema della serata, la cementificazione di Jesolo. Martin accusa Calzavara di aver riempito di costruzioni la città balneare e Calzavara gli ricorda prontamente che fu lui ad elaborare quel piano regolatore che avrebbe dovuto rivoluzionare Jesolo. In scena è andata l'interpretazione autentica di quanto ha prodotto e sta producendo a Jesolo non certo il «masterplan» di Tadao Ando, ma la sua bruttissima copia: quel Piano regolatore che con il disegno arioso del celebre urbanista giapponese chiamato (e pagato) dal Comune ha poco a che fare. Tra i due «padri» del Piano, l'ex sindaco Renato Martin e l'attuale Francesco Calzavara, ora non corre buon sangue e la campagna elettorale si avvicina in vista del 2012. «Stanno gestendo la città con l'atteggiamento di un consiglio di amministrazione - attacca Roberto Rugolotto del Pd - di una privata società. Sono volate considerazioni importanti e reciproche accuse di aver usato male il territorio. Da una parte di aver concesso cubature eccessive in alcuni comparti del Lido e di aver idealizzato il futuro della città senza fornire strumenti possibili per la trasformazione del territorio in quella che, senza rispetto degli jesolani residenti, è ancora ritenuta una città balneare. Dall'altra accuse di gestire la concessione dei volumi previsti dal Piano senza coinvolgere il Consiglio, la città e i cittadini. Giovedì l'ultimo oltraggio: la concessione del 15%, oltre già il 100%, agli interventi che trasformeranno gli alberghi London-Tritone e residenze vicine con raddoppi di cubatura - conclude - Hanno ragione i due sindaci ad accusarsi di aver trattato e di continuare a utilizzare il territorio in maniera poco conforme ai bisogni dell'economia turistica e di quella delle famiglie jesolane. Il piatto della bilancia sta continuando a pendere dalla parte dei privati investitori che faranno l'affare e lasceranno a chi verrà l'onere gi gestire un territorio che non ha prodotto e produce benefici per gli jesolani». (g.ca.)
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