«Troppi negozi gestiti da cinesi e indiani»
Jesolo. Scoppia la polemica con gli esercenti locali ma Confcommercio frena
JESOLO.
Inizia la stagione e scoppia subito la polemica sulla presenza di negozi gestiti da extracomunitari al Lido. Daniele Bison, per Generazione Italia, ha innescato il dibattito evidenziando una disparità nei controlli rispetto alle attività gestite dagli jesolani. E ha denunciato come in tanti negozi questi stranieri tendano a vivere come fossero le loro case, mangiando e dormendo all'interno. «Quello che non capisco - dice G.T., commerciante jesolana- è perchè fanno questi controlli e perdono tempo a verificare se noi abbiamo i prezzi in vetrina oppure che non ci siano cartellini con sconti, con relativa multa di 1000 euro per due cartellini». Poi B.C. altra nota commerciante di Jesolo. «In qualità di negoziante - scrive - che marcia secondo le regole, con tutte le leggi e corsi che sono stata costretta a seguire, sono stanca di vedere certi atteggiamenti irrispettosi verso questa categoria che cerca di dare il meglio di sé». «Fosse il problema che dormono in negozio - aggiunge S.A. - sarebbe il minimo. Io ho una attività e devo dire che da quando ci sono così tanti indiani, cinesi ed africani il lavoro è calato del 30%. Quelli che hanno attività posso capirli, ma quello che mi manda in bestia sono quelli che vendono gli ombrelli davanti ai negozi. Vigili o finanza o carabinieri non posso fare niente, però le multe ad auto o a noi negozianti ci sono». Infine A.V., altro esercente del lido. «E inutile criticare - precisa - ormai la città di Jesolo è nelle mani dei cinesi e indiani noi cittadini italiani con codice fiscale o partita Iva dobbiamo pagare e tacere gli extracomunitari alloggiano gratis fronte mare spesati di tutto». Il presidente della Confcommercio mandamentale, Angelo Faloppa, invita a non avere atteggiamenti razzisti. «Jesolo è sempre stata una città aperta al dialogo - spiega - e non credo che serva a nulla chiudersi a riccio. La concorrenza è sempre un bene, anche se riteniamo sia giusto vigilare che questa avvenga in un contesto di regole rispettate da tutti». (g.ca.)
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