«Troppi bimbi in ospedale perché esposti al sole»

JESOLO. Il sole è vita, ma con il buon senso. Soprattutto per i bambini che i genitori portano in spiaggia a tutte le ore della giornata senza badare alla loro salute. Se ne sono accorti i medici dell’Asl 10, in particolare la dottoressa Antonella Tonetto, specialista in pediatria e neonatologia, dirigente medico dipartimento materno infantile Asl 10 Veneto Orientale coordinato dal direttore Pier Giuseppe Flora.
È’ bastato dare un occhio alle spiagge per rendersene conto, dopo i tanti ricoveri per colpi di sole o di caldo tra i bambini. «L’impennata di ricoveri», spiega la dottoressa, «è dovuta al fatto che molti bambini, anche piccoli, restano in spiaggia anche nelle ore più calde della giornata, magari sotto l’ombrellone nell’errata convinzione che questo li protegga, ma i raggi solari passano attraverso l’ombrellone. E non è raro sentire i più piccoli piangere proprio perché sottoposti ad una situazione per loro stressante. Il bambino piccolo è vulnerabile perché la sua termoregolazione è meno efficace con una traspirazione ridotta».
I rischi che corrono i bambini, che hanno una pelle sottile, dopo una eccessiva e inadeguata esposizione al sole e al calore sono le scottature con vari gradi di gravità, che determinano danni cutanei immediati che vanno dall’arrossamento fino alle bolle con dolore e febbre e li predispongono ad un rischio sicuramente maggiore di sviluppare, nei decenni successivi, tumori della pelle.
«Il colpo di calore», precisa, «è un malessere che si manifesta con sintomi più o meno intensi. È causato da alta temperatura, alto tasso di umidità e scarsa aerazione. I bambini possono manifestare nausea, cefalea, febbre, svenimenti, disturbi della coscienza».
I consigli sono di evitare di portare i bambini al sole nelle ore centrali della giornata (11-16.30) quando i raggi sono più diretti e più penetranti, usare filtri solari ad alta protezione adeguati per i bambini, usare un cappello a falda larga per proteggere anche gli occhi, somministrare una dieta ricca di liquidi. I raggi solari penetrano anche attraverso l’ombrellone e in acqua.
«A ogni piccolo», conclude il medico, «bisogna garantire le condizioni climatiche più adatte: uscire nelle ore più miti, essere posto in ambienti temperati e ventilati. Non essere esposto direttamente ai raggi solari nei primi 6 mesi e limitarne comunque l’esposizione nei mesi successivi. Il sole è certo una risorsa per la nostra salute, se ben utilizzato, stimolando la produzione di vitamina D che favorisce una corretta crescita delle ossa, migliorando alcune patologie della pelle, ma se non ben utilizzato diventa un pericolo a breve e lungo termine».
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