«Trevisan, deve ritirare la candidatura»
Lega spaccata sull’appoggio alla candidata del centrodestra. L’avvocato della manager: «Abbiamo già vinto il primo grado»

Agenzia Candussi, giornalista Artico. Conferenza stampa presentazione candidata segretaria PD Metropolitano Venezia, sede PD in via Cecchini Mestre. nella foto: Gigliola Scattolin
MIRA. Una bufera politica si è scatenata sulla candidatura di Antonella Trevisan, portabandiera del centrodestra, dopo la notizia data dalla
Nuova Venezia
del suo coinvolgimento in una battaglia giudiziaria che vede al centro il licenziamento - risalente al 2013 - della stessa Trevisan, accusata dall’azienda per cui lavorava, la Burgo Spa di Altavilla Vicentina, di aver “gonfiato” i conti dei rimborsi chilometri e dei Telepass. Nel primo caso avrebbe sforato, secondo l’azienda, di 6.724 euro, nel secondo caso invece di 1.916 euro. Trevisan aveva impugnato il licenziamento davanti al tribunale di Vicenza e aveva vinto per un vizio procedurale legato a un difetto di comunicazione. L’azienda ha presentato ricorso e ora il procedimento è in corso. L’ultima udienza è stata celebrata giovedì, la prossima è fissata per il 14 settembre. Stupore e sconcerto sia nella coalizione che sostiene Trevisan, che nelle forze politiche avversarie. Da parte del Pd arriva un invito alla candidata a fare un passo indietro, attacchi arrivano anche dal M5S e “Mira in Comune”. Trevisan non ha rilasciato dichiarazioni, affidandosi per i chiarimenti all’avvocato Luciano Gazzola.
Qualche malumore nella coalizione.
Il segretario provinciale della Lega Sergio Vallotto “blinda” Trevisan: «Sono fiducioso che a settembre vincerà la causa. Continueremo a sostenerla con convinzione». Ma il segretario comunale della Lega Stefano Deppieri chiede un chiarimento urgente: «Trevisan deve chiarire a tutte le forze della coalizione cosa è successo. Ci deve convincere. Io di questa vicenda non ero a conoscenza». Da parte della “lista fucsia”, di Forza Italia e Fratelli d’Italia, invece, c’è per ora pieno sostegno alla candidata voluta fortemente dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.
La richiesta del Pd.
«Non capisco come si faccia a proporsi come sindaco se si è coinvolti in una vicenda giudiziaria così grave»: così il segretario metropolitano del Pd Gigliola Scattolin. «Mi chiedo se Brugnaro e il centrodestra non ne fossero consapevoli o se davvero non avevano nessun altro da candidare a Mira. Auguro a Antonella Trevisan di fare chiarezza, è davvero opportuno che faccia un passo indietro». Vanna Baldan, capolista di “Gente di Mira” a nome della coalizione che sostiene Marco Dori, interviene sulla questione: «Abbiamo appreso dal giornale le vicende in tribunale della candidata sindaco Trevisan. Comprendo e condivido la delusione e lo sdegno dell’elettorato di centrodestra ma, di là delle polemiche, voglio dire ai cittadini di non perdere la fiducia nella politica e nella possibilità di cambiare davvero». Marco Dori, candidato sindaco per il centrosinistra, aggiunge: «L’importante è la buona politica, lasciamo che la giustizia faccia il suo corso».
M5S e altri partiti.
Per Elisa Benato del Movimento 5 Stelle: «Sulla candidatura di Trevisan saranno i cittadini a trarre le loro conclusioni. Chi si candida con il M5S ha la fedina pulita e non ha procedimenti in corso». Per Lavinia Vivian della lista “Mira in Comune”: «Saranno le aule dei tribunali a decidere cosa è successo. Intanto appare importante la trasparenza come prerequisito, un valore sul quale puntiamo da sempre». Per l’ex sindaco Roberto Marcato, «in questa campagna elettorale l’unico elemento di discussione che manca è quello sul futuro di Mira».
Sconcerto a Mira.
Tanti i commenti sconcertati di negozianti, artigiani, imprenditori e cittadini alla notizia. In tanti si chiedono se chi ha candidato Trevisan sapesse della questione giudiziaria che si trascina da anni.
La difesa di Trevisan.
A difesa di Antonella Trevisan, parla il suo legale, l’avvocato Luciano Gazzola. «Nel 2013 Trevisan ha subìto un grave incidente in auto durante un trasferimento lavorativo, riconosciuto dall’Inail come infortunio in itinere. Dopo alcuni mesi, l’azienda l’ha licenziata per giusta causa, costruendo una serie di contestazioni ad hoc. Ho consigliato Trevisan di fare opposizione e abbiamo vinto. Il giudice del lavoro di Vicenza, in data 11 febbraio 2015, come recita il dispositivo, “dichiara illegittimo il licenziamento comminato a Trevisan Antonella e condanna la società resistente (ovvero la Burgo spa,
ndr
) a pagare in favore della predetta la somma corrispondente al numero di mensilità residue sino alla scadenza del contratto a termine. Dichiara inammissibile la domanda di restituzione somme”. L’azienda ha appellato tale decisione per non pagare gli oltre 100.000 euro di indennizzo e ora siamo al successivo grado di giudizio. Ci hanno offerto una somma per transare, ma Trevisan l’ha rifiutata in quanto vuole andare fino in fondo. Sente di aver subìto un’ingiustizia, di essere stata discriminata prima perché donna e poi perché si è ammalata a causa di un incidente legato al lavoro».
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