Tre anni al rapinatore venuto dal Piemonte

Zelarino. Il colpo al Banco di Santo Stefano aveva fruttato 9 mila euro
Bruno Loprete 37 anni
Bruno Loprete 37 anni
 
ZELARINO.
Tre anni di reclusione. Questa la pena alla quale è stato condannato ieri il 37enne torinese Bruno Loprete, accusato di aver messo a segno la rapina al Banco di Santo Stefano in pieno centro a Zelarino. Ieri, davanti al giudice veneziano Michele Medici, il suo difensore, l'avvocato Jacopo Trevisan, ha chiesto il rito abbreviato in modo da poter ottenere uno sconto di un terzo sulla pena finale.  Il fatto è accaduto venerdì 22 aprile, alla vigilia della scorsa Pasqua. Un rapinatore «trasfertista», arrivato da solo, senza complici, dal Piemonte a Mestre aveva messo a segno il colpo in banca. Loprete era stato fermato venerdì attorno a mezzogiorno e mezzo a Zelarino, nel parco di via Tiepolo, dopo la rapina messa a segno alla filiale di via Castellana. A dare l'allarme, consentendo alla polizia di bloccare il malvivente in fuga, è stato un vigile urbano della locale stazione di Zelarino che aveva visto il bandito. Stando alle indagini avviate dalla Squadra Mobile di Venezia, l'uomo era arrivato da solo, senza complici locali, in città per commettere la rapina e poi rientrare in Piemonte. Insomma, un'azione tipica da malvivente in trasferta.  Era entrato in banca armato di taglierino e con il volto parzialmente coperto, si era diretto alla cassa e si era fatto consegnare il denaro dall'impiegato, circa novemila euro; quindi era uscito ed era scappato a piedi, dirigendosi verso via Tiepolo, dove gli agenti della polizia lo hanno cercato e rintracciato grazie alla segnalazione del vigile urbano. Loprete aveva già compiuto reati simili e quindi era pregiudicato. Per questo motivo non ha potuto ottenere la sospensione condizionale delle pena e così resta in carcere.  Nel giro di due giorni, alla fine di aprile, erano state messe a segno due rapine in istituti di credito a poca distanza uno dall'altro. Il 20 aprile, infatti, due rapinatori «over 50» avevano preso di mira, armati di coltello da cucina e con il volto nascosto da un fazzoletto bianco, la filiale della Carive di via Miranese a Chirignago. Bottino, quattromila euro. Stando agli accertamenti degli investigatori, comunque, non sarebbe risultato alcun collegamento tra i due «colpi», sia per le modalità utilizzate sia per il numero dei protagonisti e per la loro età piuttosto diversa.

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