Travi metalliche da sostituire Accademia, corsa contro il tempo

Corsa contro il tempo per concludere i lavori di restauro del Ponte dell’Accademia – in corso in questi mesi – in tempo per riaprirlo a settembre, in occasione della Regata Storica, come chiede il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. I lavori stanno procedendo a ritmi serrati: sono all’opera, sette giorni su sette – giorni di pioggia esclusi – dai 15 ai 20 operai. Un obiettivo non scontato, quello di finire a settembre, visto anche l’«intoppo» insorto in corso d’opera, con la sorpresa che non basterà sostituire – come previsto – solo la parte lignea ammalorata, ma anche quella metallica, ormai usurata.
A verificare l’andamento dell’intervento è andata di persona l’altro ieri l’assessore ai Lavori Pubblici Francesca Zaccariotto in un sopralluogo con il direttore di settore Simone Agrondi e con i rappresentanti delle imprese. È stato subito affrontato il tema delle travi in ferro risultate usurate. I tecnici del Comune hanno spiegato che è stato deciso di sostituirle tutte e 38 con travi aperte, per facilitarne ispezione e manutenzione future, visto che quelle esistenti e risalenti al restauro del 1984 erano a sezione rettangolare, impedendo in questo modo ogni forma di indagine interna. Visto che il problema è emerso quando l’impalcatura del ponte era già stata montata, si è deciso di tagliare le travi in sezioni per rimuoverle e allo stesso modo sono state montate le nuove, fatte di 5 pezzi di un metro e mezzo ciascuno, imbullonati tra loro. Solamente le teste delle travi sono “piene” per non modificare l’aspetto esteriore del ponte e comunque facilmente sostituibili in futuro, perché anch’esse imbullonate e non saldate.
È invece in buone condizioni la struttura metallica ad arco del ponte, che risale al 1948, e che è stata solamente restaurata e dipinta di una tonalità grigio-verde scelta dalla Soprintendenza. La particolarità del restauro del Ponte dell’Accademia sta nei dettagli: l’intervento, infatti, non ne modificherà l’aspetto, ma avrà effetto sulle struttura, che, grazie ad una serie di accorgimenti, risulterà più durevole e meno bisognosa di manutenzione.
Per quanto riguarda la parte lignea, i lavori hanno ha subito negli ultimi tempi un’accelerazione notevole. Le varietà usate sono il rovere per le parti strutturali, il larice europeo per il resto del ponte e il larice siberiano, che è più compatto e dunque più resistente, per i gradini. L’usura dovrebbe dunque essere notevolmente rallentata rispetto ai gradini precedenti e limitato anche il rischio di incendi.
«Abbiamo visto i gradini ormai finiti, nella prima parte del Ponte, lato Accademia», ha commentato l’assessore Zaccariotto, «che danno proprio l’idea del contrasto tra vecchio e nuovo. Ma ritengo essenziale poi», ha continuato l’assessore, «l’aver messo a nudo il ponte, che ha permesso di mettere mano ai sottoservizi, il cui buon funzionamento è fondamentale. Veritas, ad esempio, ha dotato la propria tubatura di un rivestimento interno che facilità la manutenzione».
A finanziare interamente il restauro, del costo di circa 800 mila euro, è la Luxottica di Leonardo Del Vecchio, che aveva già stanziato 1, 7 milioni di euro. La differenza potrà essere utilizzata per altri interventi in città. –
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