Trasporto pubblico: a Venezia torna il 4.1. Dopo le proteste, Actv aggiunge servizi

VENEZIA. «Dovrete cambiare le vostre abitudini. E adeguarvi al modello di mobilità europeo». Il direttore generale dell’Actv Giovanni Seno annuncia finalmente un parziale potenziamento delle linee. Ma precisa: «Non esiste più che io trovi un bus o un vaporetto da dove abito a dove voglio andare. Serviranno gli hub».
Discorso “strategico” che non placa le proteste degli utenti. Che in queste settimane di parziale riapertura hanno aspettato anche un’ora il vaporetto ai pontili. Disagi gravi per gli anziani che a Venezia non possono andare in bici o in auto, come suggerisce il Comune. E chiedono un servizio «minimo» efficiente. «Se i mezzi trasportano meno gente non è responsabilità dell’azienda», mette le mani avanti il direttore, recordman di durata – e anche di compensi – tra i manager delle aziende comunali, in carica dal 2012 al vertice della holding dei trasporti pubblici. «Dal 4 maggio i servizi sono stati aumentati, ripete Seno, ma con un limite. Perché la nostra priorità è salvare l’azienda e non perdere posti di lavoro, E potremo farlo solo se Actv si salva. Se mettiamo corse in più non abbiamo soldi neanche per il carburante». Affermazioni contestate dai sindacati e anche dal sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta. «Abbiamo stanziato risorse aggiuntive per il trasporto locale», dice, «altro discorso è quello di rivendicare con la Regione la specialità di Venezia. Ma i servizi minimi vanno garantiti».
Anche ieri invece molti lavoratori o persone anziane sono state lasciate a terra. Il motoscafo di GiraCittà può portare in base alle norme sanitarie non più di 47 persone (un quarto del solito). E le corse sono state ridotte. Un solo mezzo ogni ora, e niente 4.1. Proteste unanimi da chi non viene fatto salire o deve aspettare anche un’ora prima di vedere magari il motoscafo proveniente dal Lido già «a pieno carico».
Adesso dal 18 maggio qualcosa cambierà. Saranno ripristinati alcuni autobus di terraferma come il 6 e il 6 barrato per Marghera, l’80 il 7 e il 7E per Mirano, il 4L. «Torneremo al 100 per cento delle corse pre-virus», assicura Seno.

Nella navigazione, torna finalmente il 4.1-4.2, rimasto fermo dai primi di marzo. Servirà per migliorare i collegamenti tra piazzale Roma e Murano da una parte, piazzale Roma Giudecca e San Marco dall’altra. Il 5.1-5.2, circolare che collega i terminal al Lido e all’Ospedale, partirà ogni mezz’ora (oggi ogni ora, prima dell’emergenza ogni venti minuti). Rinforzati anche il 2 barrato (i bis da Rialto a piazzale Roma) e le corse per Punta Sabbioni, che hanno provocato nei giorni scorsi accese proteste dei pendolari lasciati a terra. Potenziati infine anche i ferry boat per garantire il collegamento da piazzale Roma al Lido. Una boccata di ossigeno. Che gli utenti si augurano vada insieme a nuovi orari con le coincidenze, per evitare nuove eterne attese ai pontili. «I servizi li aggiungiamo, ma sembrano non bastare mai», dice Seno, «noi vogliamo salvare l’azienda e il servizio pubblico. Gli utenti ci devono aiutare, devono avere pazienza e collaborare. E le aziende devono differenziare gli orari al lavoro. Dobbiamo adeguarci al trasporto europeo».
Intanto da più parti arrivano critiche e proposte sul trasporto pubblico Il circolo Pd di Cannaregio e i socialisti hanno inviato un pacchetto di proposte operative al Comune Sulla necessità di togliere traffico dal Canal Grande e di garantire collegamenti acquei «circolari» per i residenti. —
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