«Trasporto aereo ridotto a un Far West»

«L'abbandono da parte di Alitalia, con la chiusura della consociata AirOne, delle rotte nazionali “point to point” (quei voli che non transitano per gli aeroporti di Roma o di Milano) e la conseguente scomparsa delle basi di servizio degli equipaggi negli aeroporti non hub come Venezia, rappresenta un altro frutto amaro delle politiche industriali e di sistema che hanno ridotto il trasporto aereo italiano ad un far west senza regole».
A scagliarsi contro questa decisione, da tempo annunciata, è il sindacato di base Usb Venezia: «Il paradosso ancora più grave è quello di leggere appelli per appaltare le rotte a compagnie aeree come Ryanair o Volotea, entrambe caratterizzate dall'applicazione di miseri contratti stranieri ai propri dipendenti e dalla violazione di norme fiscali e contributive del nostro Paese».
Precisa la nota dell’Usb: «Il dato da cui si dovrebbe partire invece è quello che deriva dalla contrazione dei vettori italiani, che ha portato alla perdita di più di diecimila posti di lavoro in pochi anni a causa della “messa a terra” di un numero impressionante di aerei, mentre altre compagnie volano invece con profitto. Non ci si dovrebbe certo sorprendere del disastro industriale che ha colpito tutti i vettori nazionali, dalla ex compagnia di bandiera a Meridiana passando per la low cost Wind Jet, quando per anni si è corso a stendere tappeti rossi fatti anche di risorse pubbliche a compagnie senza scrupoli». Domanda il sindacato di base: «Come è possibile che non si corra ai ripari, attraverso una politica complessiva di riforma del settore, con un sistema di regole uguali e valide per tutti gli operatori?»
A rincarare la dose Federica Vedova, segretaria regionale della Filt Cgil: «Bisogna tentare, coinvolgendo tutti i soggetti del territorio, di avere una risposta il più possibile efficace rispetto alla scelta di abbandonare Venezia come base. Già due anni fa si era parlato di una possibile chiusura, ma abbiamo fatto pressione sul mondo della politica tanto che il responsabile Alitalia del personale, obbligato a rispondere ad un consiglio comunale straordinario convocato sulla chiusura della base Venezia, aveva detto che Alitalia si era sbagliata e che voleva investire su Venezia. La cosa assurda è che l’aeroporto continua ad essere in crescita».
«Per Alitalia», conclude la sindacalista, «avere personale che si sposta è svantaggioso economicamente e il sospetto è che vogliano che qualcuno si licenzi».(m.a.)
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