Traguardo volante a Santa Maria di Sala

Sedici chilometri pianeggianti nel Miranese tra insidiosi dossi e rotatorie
Bici rosa per segnare il passaggio della carovana (foto Pòrcile)
Bici rosa per segnare il passaggio della carovana (foto Pòrcile)

MIRANO. In sella da Sant’Angelo di Sala al Graspo de Ua, lungo l’antica via Miranese, per la ricognizione dell’allungo di 16,5 chilometri che porterà la carovana del Giro d’Italia in provincia di Venezia. Percorriamo il Miranese sui pedali, da Santa Maria di Sala a Spinea, tra numerose insidie che per una volta non sono salite ripide, tornanti o discese in picchiata, ma dossi, rotatorie e spartitraffico.

Tappa per velocisti, la tredicesima della corsa rosa, da Montecchio Maggiore a Jesolo, che entra nel Veneziano proprio da Santa Maria di Sala, dove inizierà la diretta tivù e verranno assegnati i punti del traguardo volante, posto di fronte al municipio salese. Il percorso è tutto in piano, ma molto tecnico. Sbagliare può significare farsi male, per questo sarà fondamentale stare concentrati sui numerosi ostacoli urbani e anche le staffette avranno il loro bel da fare nel segnalare i punti più pericolosi. Non secondario poi le condizioni del manto stradale: asfalto nuovo e perfetto nel primo tratto, tra Santa Maria di Sala e Mirano, deteriorato e con qualche buca (rattoppata alla buona nei giorni scorsi) tra Mirano e Spinea.

Le insidie. Il gruppo entra in provincia per via Desman: Sant’Angelo, dove videro i natali campioni come Toni Bevilacqua e Mario Vallotto, è il primo abitato e anche la prima insidia per i corridori lanciati in rettilineo. All’ingresso del paese un primo rondò leggermente fuori asse rispetto alla strada, poi carreggiata separata dov’è difficile saltare da una corsia all’altra. Conviene prenderla a sinistra, per poi affrontare meglio anche la seconda mini-rotatoria, quella con via Stradona. Dopo circa due chilometri, il gruppo svolta a destra imboccando la Noalese in località Tre Ponti. Anche qui svolta da affrontare con cautela a causa degli spartitraffico. Strada regionale abbastanza larga, da percorrere a tutta, perché dopo una sola curva c’è il traguardo volante. La curva è la Beccante, che immette su via Cavin di Sala: altra insidia per chi è lanciato nello sprint. In centro a Santa Maria di Sala l’intergiro, su un asfalto perfetto, da poco rifatto. Poi il gruppo esce dal paese e affronta un lungo rettilineo fino a Mirano. Asfalto buono, altra rotonda (via Accopè Fratte-Bollati), poi a 9 chilometri da quando la corsa è nel veneziano si entra nel centro abitato. Strada ristretta all’incrocio da Ballarin, poi rotatoria al Ponte Nuove da affrontare con attenzione e nuovo rettilineo. Alla Fossa l’asfalto appare un po’ abraso, prima e dopo la grande rotatoria sul Passante sono presenti delle buche. È il tratto peggiore quanto a condizioni dell’asfalto. Via Roma a Spinea presenta diversi ostacoli tra dossi, spartitraffico e rotatorie, oltre che l’unica lieve rampa del tratto, quella del cavalcavia del Graspo, prima di entrare a Chirignago e proseguire poi per via Miranese verso Mestre. Sedici chilometri e mezzo percorsi nel Miranese, che in condizioni meteo ottimali il gruppo li percorrerà in pochi minuti. Filippo De Gaspari

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