Tragedia della Solfatara fissato l’incidente probatorio

Ci vorranno circa sei mesi per avere i risultati della perizia disposta dalla Procura di Napoli  affidata a sette esperti e che prenderà il via il 15 ottobre
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - MEOLO - CARRER - ZARAMELLA E FIGLIO
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - MEOLO - CARRER - ZARAMELLA E FIGLIO

FOSSALTA DI PIAVE

Serviranno circa sei mesi per terminare la maxi perizia disposta dalla Procura di Napoli sul sito della Solfatara di Pozzuoli, in cui il 12 settembre dello scorso anno persero la vita i coniugi Massimiliano Carrer (45 anni) e Tiziana Zaramella (42), insieme al loro primogenito Lorenzo, di 11 anni. La famiglia, che risiedeva a Capo d’Argine tra Meolo e Fossalta di Piave, si trovava in Campania in vacanza. All’improvviso, mentre stavano visitando il sito vulcanico, una voragine, profonda tre mesi, si è aperta sotto i piedi del piccolo Lorenzo, inghiottendo lui e i suoi genitori che hanno tentato di salvarlo. Nella tragedia è sopravvissuto solo il figlio minore della coppia.

Nell’ambito dell’inchiesta avviata per disastro colposo, risultano indagati l’amministratore delegato e altri cinque soci della Vulcano Solfatara srl, l’azienda che aveva in gestione l’area. A luglio i pubblici ministeri titolari dell’inchiesta avevano avanzato al Tribunale la richiesta di eseguire una super perizia sul sito. Nei giorni scorsi il Tribunale partenopeo ha nominato i sette «super periti» incaricati degli accertamenti. Si tratta di geologi, vulcanologi, geofisici e ingegneri di fama nazionale. La perizia, sotto forma di incidente probatorio, prenderà il via il prossimo 15 ottobre e durerà circa sei mesi.

Oltre che funzionale all’inchiesta sulla morte dei coniugi Carrer, la perizia servirà a elaborare un pacchetto di norme di sicurezza che, se rispettate, potrebbero consentire il dissequestro della Solfatara e la sua riapertura. Attualmente sull’area restano i sigilli apposti dalla Procura.

Già dai primi passi dell’inchiesta, infatti, sono emerse una serie di carenze nelle misure di sicurezza del sito, che è un vulcano attivo, dove sorge anche un campeggio e in cui lavorano i geologi che tengono sotto controllo l’evoluzione vulcanica della zona. Una prima relazione redatta dai periti nominati dai magistrati della VI sezione della Procura di Napoli ha evidenziato in maniera netta l’esistenza di tali carenze. —

Giovanni Monforte

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