Tragedia a Murano. Non trova più lavoro e si uccide a 49 anni

Vetraio da tempo in difficoltà, dopo l’ennesimo tentativo di trovare un impiego si è tolto la vita in un magazzino

MURANO. Dopo l’ultimo no alla sua richiesta di un lavoro ha deciso che il limite della sopportazione era raggiunto e ha deciso di farla finita. È tornato a casa, è entrato nel magazzino dei genitori e lì si è impiccato. Lo ha trovato il padre sceso a prendere una cosa.

È morto così, giovedì sera, Gianni Cimarosto, 49 anni, artigiano del vetro che lavorava a lume di Murano. Da alcuni anni soffriva per non riuscire a lavorare se non saltuariamente. Una situazione che lo aveva minato dentro in maniera profonda. Poi, alcuni mesi fa, la crisi da Covid che ha fatto precipitare la situazione.

Gianni aveva iniziato a lavorare il vetro a lume fin da ragazzo. Dopo anni di lavoro dipendente era riuscito ad aprire un suo piccolo laboratorio-negozio “Talent Artigian Vetro”, di Riva Longa a Murano. Un’attività che era riuscito a tenere in piedi nonostante mille difficoltà legate al prodotto trattato e soggetta ai danni provocati dall’invasione della paccottiglia importata dalla Cina.

Aveva stretto i denti fino ad alcuni anni fa e gli amici lo ricordano con il sorriso, ironico e appassionato di calcio. Poi la decisione di mollare perché consapevole di non riuscire più a mantenere in piedi l’attività. Da quel momento la situazione che lui pensava potesse migliorare con un lavoro dipendente, invece ha iniziato a scivolare verso il baratro.

L’isola di sicuro non sta attraversando, da anni, una situazione florida. Gianni si è dovuto confrontare con lavori saltuari e a tempo determinato. Questa situazione precaria ha minato anche il rapporto con la moglie e alla fine Gianni ha deciso di andare a vivere dai genitori. Comunque non si è mai adagiato e ha cercato un lavoro.

Tutto precipita con il lockdown e la crisi da Covid. L’economia di Murano viene sgretolata. Praticamente si ferma tutto. Per mesi la gente rimane senza stipendio e ancora oggi il sistema fa fatica a ripartire gli aiuti sono pochi e insufficienti. I più deboli diventano ancora più deboli. E Gianni è uno di loro.

Una quindicina di giorni fa la situazione sembra migliorare. Nella sua vita l’uomo intravvede uno spiraglio di luce. C’è la possibilità di un lavoro. Sembra fatta. Un colloquio, ma qualche cosa salta e all’improvviso quel lavoro svanisce. È un colpo duro per il 49 enne oramai messo all’angolo della vita da un destino che non sembra voler cambiare.

L’ultimo atto giovedì quando Gianni si reca un un’attività convinto che lì assumano. Ma non è così. Il no che riceve è devastante e lui decide di scrivere la parola fine alla sua vita. Torna a casa e nel magazzino del padre s’impicca ad una trave. Sarà l’anziano padre a trovarlo privo di vita. Sul posto carabinieri e sanitari del Suem. Per lui non c’era nulla da fare. 

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