«Tradizioni veneziane beni Unesco»
Vetro, merletti, gondole: la richiesta delle categorie per salvare la qualità
Vetro di Murano, merletti, tessuti, rievocazioni storiche, gondole e remi: le tradizioni sono beni immateriali e a rischio di estinzione. L'Unesco invita l'Italia e Venezia a inventariare i beni tradizionali per inserirli nella sua convenzione internazionale per la salvaguardia del patrimonio culturale intangibile. Se ne è discusso ieri alla Stazione Marittima durante il summit internazionale «Beni intangibili, un patrimonio dell'umanità da salvare», organizzato da Vtp. A Venezia, la scomparsa di attività storiche va di pari passo con la contraffazione, il furto dei marchi, l'aumento di un turismo di massa sempre meno colto e sempre più frettoloso. A risentirne sono specialmente le tradizioni che, nelle tecnologia e nella produzione industriale, trovano ulteriori elementi di concorrenza sleale. «Abbiamo già preso contatti con l'Unesco», sottolinea Gianfranco Albertini, di Promovetro, «il riconoscimento del vetro di Murano contribuirebbe a tutelare una tradizione di interesse culturale per l'umanità». L'Unesco chiede che i beni candidati a entrare nella lista abbiano alla base una storia di generazioni e competenze tramandate di padre in figlio. A questo proposito, entra in gioco anche la tradizione tessile veneziana, ieri rappresentata al convegno da Rodolfo Bevilacqua e Alessandro Favaretto Rubelli: «Gran parte del nostro lavoro è orientato all'export, ma ogni giorno ci troviamo a combattere con il Made in China, India e Turchia. Negli ultimi anni, però, sono state le tecnologie ad aiutarci: siamo passati dai telai manuali a quelli elettronici. Nel nostro caso, che è però diverso da quello del vetro, dei merletti e delle barche, la tecnologia serve a tenere in vita la tradizione». Diverso il discorso per gli artigiani che costruiscono gondole e remi, ieri rappresentati da Saverio Pastor, presidente dell'associazione «El Felze». «Contro la contraffazione ci vuole la mano forte del governo, ma l'Unesco può dare il suo contributo sul fronte del turismo», ha spiegato Francesco Francioni, dell'Istituto Europeo di Firenze, «i beni dell'Unesco hanno sempre un certo appeal sui turisti. Se anche le tradizioni veneziane venissero aggiunte, la consapevolezza della qualità potrebbe crescere a discapito dei prodotti contraffatti».
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