Torturò un disabile La “belva” torna in carcere

DOLO. Uno dei mostri di uno dei più efferati atti di violenza sessuale e depravazione degli ultimi anni che si siano mai registrati in Veneto torna in carcere, preso dai carabinieri di Dolo mentre cercava di darsi alla macchia. Si tratta di Devis Derlesi, 28 anni, giostraio, originario di Camposampiero, residente a Mirano. Nel gennaio del 2009 è stato fermato con altri tre complici dopo aver seviziato sessualmente un disabile, a Musano di Trevignano, registrando tutto con i telefonini. I fatti si erano verificati nel dicembre e novembre del 2008. Autori tre giostrai e un meccanico di Treviso, chiamati poi “le belve di Trevignano”: Manolo Innocenti, 33 anni di Paese, Giosuè Innocenti, 31 anni, di Musano di Trevignano, Devis Derlesi, 28 anni di Musano ma originario di Padova, Manolo Hood Peruzza, 29 anni di Treviso. Ma cosa era successo? Innocenti e Derlesi in un bar di Montebelluna hanno adescato la loro vittima, allora trentaduenne, con forti problemi psichici che si guadagnava qualche soldo facendo piccoli lavori da muratore. Ed è proprio con questa scusa che è stato avvicinato. Gli viene chiesto di andare nella villa di Manolo Innocenti, a Musano in via San Gerardo, per alcuni lavori all’interno del garage. E qui inizia il suo inferno. Per un mese il disabile è stato sottoposto ad ogni genere di sevizia, tutto ripreso dai cellulari, scaricato sul computer, e mostrato al bar agli amici. In un’occasione è stato costretto a mangiare i suoi escrementi su un piatto da cucina, in altre ha dovuto bere da un bicchiere la sua urina. In altri video, quindici in tutto, sono apparsi anche animali con i quali il disabile è stato costretto ad avere rapporti sessuali. Per un mese dietro a pesantissime minacce l’uomo non ha raccontato nulla, poi è crollato e ha detto tutto ai familiari. Ma gli aguzzini hanno cercato di farlo tacere picchiandolo nuovamente. Alla fine sono scattati gli arresti e le vittime per evitare ritorsioni da parte dei conoscenti degli aguzzini sono state portate in una struttura protetta. Dopo aver fatto diversi anni di carcere l’altra sera l’epilogo. Derlesi, che doveva scontare ancora una condanna a un anno e sei mesi di reclusione per il reato di violenza sessuale di gruppo, aveva fatto perdere le proprie tracce. I militari dolesi avevano capito che Delesi orbitava nella zona della Riviera del Brenta e della periferia di Mestre. Così, dopo diversi giorni d’appostamenti, hanno capito che Zelarino era la zona da seguire con particolare cura. E, alle 22 di venerdì sera, sono entrati in azione, sorprendendo Devis Derlesi proprio a Zelarino. Fermato per un controllo e capito che si trattava proprio di lui, lo hanno accompagnato negli uffici della Tenenza, dove gli è statonotificato l’ordine di carcerazione. Ora è in carcere a Venezia.
Alessandro Abbadir
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