Thetis, sedi chiuse e tagli al personale

di Alberto Vitucci
Il Consorzio venezia Nuova «taglia» la Thetis. E la società di ricerca acquistata qualche anno fa dal pool di imprese che sta costruendo il Mose, rischia di scomparire o di subire un drastico ridimensionamento. Chiuse le due sedi di Bruxelles e Pechino, è di questi giorni la notizia che l’amministratore delegato di Thetis, l’ingegnere padovano – vicedirettore del Consorzio – Maria Teresa Brotto abbia contattato direttamente o indirettamente un buon numero di dipendenti della società che ha sede all’Arsenale per concordare una loro «uscita». Una quindicina di persone di fascia alta, ma anche numerosi dipendenti potrebbero dunque lasciare presto la società di ricerca, fondata trent’anni fa dal Comune. A questi si devono aggiungere le decine di giovani con contratto a termine che sono stati in pratica «licenziati» qualche mese fa. Una politica di ridimensionamento delle strutture che preoccupa il sindacato e desta allarme a Ca’ Farsetti. Ma che secondo il Consorzio è dovuta «alla riduzione delle risorse e all’avvicinarsi del completamento del Mose». Ma c’è chi denuncia un drastico cambio di rotta e di piani industriali della società che si occupa di laguna. Venendo a scadere la concessione unica con il completamento delle dighe mobili – previsto per il 2014 – si è messo in moto il meccanismo che dovrebbe consentire la riduzione del personale di Consorzio e Thetis – in tutto 330 persone, di cui 140 a Thetis, per concentrare le strutture all’Arsenale in vista della manutenzione del Mose. «Ma in questo modo», denuncia un giovane ricercatore, «si abbandona la politica della ricerca e degli interventi in laguna. Del sistema laguna è rimasta soltanto la grande opera». Un braccio di ferro sarebbe in corso all’interno del Consorzio. Da una parte in qualche modo la «vecchia guardia» degli ingegneri e dei progettisti del Mose. Gli ingegneri Alberto Bernstein, Stoccher e Neri se ne sono già andati, altri stanno per seguire la loro strada. Dall’altra i dirigenti delle imprese che fanno parte del Consorzio stesso – in testa la Mantovani di Piergiorgio Baita, dove lavora anche l’ingegner Brotto. Il servizio informativo è stato trasferito a Thetis – insieme al suo direttore Giovanni Cecconi – il laboratorio del Magistrato alle Acque è praticamente fermo dopo la partenza del dirigente Giorgio Ferrari. Insomma i soldi calano, il Mose è la priorità. E la ricerca in laguna rischia di farne le spese. C’è malumore anche tra i professionisti che lavorano a incarico per il Consorzio. Qualcuno punta il dito sui «doppi incarichi» della Brotto. Che oltre a essere vicedirettore del Consorzio e amministratore di Thetis è anche il direttore dei lavori del Mose. E affida gli incarichi esterni ai professionisti, tra cui anche suo marito, il famoso ingegnere idraulico Daniele Rinaldo. Della vicenda Thetis si è parlato nei giorni scorsi anche a Ca’ Farsetti. Non senza qualche imbarazzo. L’assessore alle Attività produttive della giunta Orsoni Antonio Paruzzolo è infatti l’ex amministratore delagato di Thetis, se n’era andato proprio per protesta contro l’attuale gestione. E il Consorzio è tra le poche realtà imprenditoriali solide in città, i cui finanziamenti sono garantiti dallo Stato. E’ anche uno degli sponsor del Comune per la Fenice, le attività culturali e adesso la Coppa America di vela. Senza contare gli investimenti fatti – dalla Mantovani – per la darsena e l’Ospedale al mare. In tempi di crisi e di bilancio in rosso non è un fattore da poco.
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