Terna, via cento chilometri di tralicci gli elettrodotti saranno interrati
Un colpo di scure, neanche troppo metaforico, alla foresta di tralicci che inquina e abbrutisce il Veneto; cento chilometri di cavi ad alta e altissima tensione rimossi dalla rete aerea e interrati nei luoghi più “sensibili” e controversi della rete energetica: l’elettrodotto Dolo-Camin; la Media valle del Piave tra Polpet e l’attraversamento del fiume; la stazione elettrica di Volpago del Montello; il nuovo collegamento tra Cortina d’Ampezzo e Auronzo di Cadore; e l’eliminazione, pressoché ultimata di 6 km di tralicci lagunari tra Fusina e Sacca Sessola. È quanto prevede l’accordo di programma concordato tra il governatore Luca Zaia e Luigi Ferraris, amministratore delegato di Terna, la multiutility pubblica che finanzierà interventi per oltre 900 milioni di euro «nell’intento di soddisfare le richieste più volte manifestate in questi anni da enti locali e comitati di cittadini».
nuove tecnologie
Ancora: il protocollo, sottoscritto in mattinata a Palazzo Balbi, include operazioni di rinnovo della rete (56 km di cavi obsoleti sono destinati alla demolizione) che includono la dotazione di nuovi dispositivi per mitigare il rischio di rottura in presenza di ghiaccio; la sperimentazione di più robuste tipologie di “conduttori di guardia”; l’installazione di sensori in punti strategici delle linee per rilevare sovraccarichi, vibrazioni anomale e cedimenti; il ricorso a rilievi da satellite e telecamere. Fino al punto più innovativo, ovvero la realizzazione di “corridoi verdi” lungo i tracciati elettrici boschivi (soggetti a cadute d’alberi innevati e black out prolungati) con allargamento della fascia di taglio intorno ai tralicci e piantumazione di essenze vegetali autoctone a basso fusto.
le universitÀ
Una «sinergia di risorse e di idee» che richiederà l’apertura e l’ampliamento dei centri di ricerca tecnologica ecocompatibile, con nuove strumentazioni e materiali destinati al laboratorio di Villabona e l’allestimento di un nuovo polo scientifico a Scorzé, accompagnati da accordi con le università nostrane per studi e ricerche sul versante della “survivability” della rete. Peraltro, gli interventi non riservano particolari sorprese rispetto al piano di sviluppo 2018 approvato da Terna ma il via libera odierno promette di tradurre finalmente sul piano operativo gli obiettivi di partenza sbandierati.
i progetti in cantiere
Nel dettaglio, sarà l’interramento dei 15 chilometri di cavo a 380 kV dell’elettrodotto Dolo-Camin a fare la parte del leone, calamitando ben 420 milioni dal budget stanziato: l’avvio dei lavori è definito «imminente» dall’ad Ferraris, che prevede la conclusione dei lavori «tra 2022 e 2023». Meno impegnativa appare l’introduzione della tecnologia sotterranea in vista della futura linea 220 kV Polpet-Scorzé, attualmente «in fase di autorizzazione». Molto atteso l’intervento di Volpago: prevede 26 km di nuovi collegamenti interrati e la demolizione di 51km di linee aeree e, tiene a precisare il management di Terna, «non è in alcun modo correlato né all’interconnessione tra Italia ed Austria né all’Intervento trasversale in Veneto». Egualmente cruciale la posa nel sottosuolo dei 30,5 km del tratto a 150 kV Cortina-Auronzo, fortemente sollecitato dagli amministratori del territorio.
APPROCCIO INNOVATIVO
«La Regione», commenta soddisfatto Zaia «si è dotata di una pianificazione energetica che punta a sostenere la crescita del tessuto economico e sociale coniugandola con la sostenibilità ambientale. Sfide che investono anche le infrastrutture e gli impianti, che devono essere sempre più efficienti e sempre meno impattanti. Sotto questo profilo, il progetto Terna è in linea con i nostri obiettivi, dà ascolto alle esigenze manifestate dai territori e guarda, oltre che al miglioramento del servizio, anche alla sicurezza e alla qualità dell’habitat»; «È una giornata storica per i nostri territori», rincara Roberto “bulldog” Marcato, l’assessore allo Sviluppo «apriamo una strada nuova e straordinaria, credo che questo accordo farà scuola anche per le altre regioni. Questo accordo, di elevata qualità scientifica, vede drenare nel sistema veneto quasi un miliardo e diventa importante anche per la crescita economica della nostra regione». —
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