Terna libera 30 ettari dai tralicci ma il Comune chiede garanzie

Scorzè. Saranno rimossi 47 chilometri di elettrodotti. Illustrata la nuova stazione elettrica Il sindaco Mestriner vuole rassicurazioni: «L’azienda deve rinunciare al progetto da 380 mila volt» 
SCORZÈ. Quarantasette chilometri di elettrodotti rimossi, 30 ettari di terreno liberato dai tralicci, di cui tre chilometri di linea a 220 mila volt nel comune di Scorzè e un centro di derivazione per rendere più sicura la zona industriale, non distante dalla San Benedetto. Questi i dettagli del progetto di Terna dell’opera da Volpago del Montello (Treviso) a Scorzè e presentato ieri, che ha lasciato qualche dubbio ai cittadini e al sindaco Giovanni Battista Mestriner, anche se si riconosce la volontà di interrare il più possibile. Si tratta di una partita ancora da giocare, perché l’azienda gestore della rete elettrica nazionale deve compiere dei passi prima di arrivare dal Ministero dello Sviluppo economico per l’autorizzazione. Infatti, a chi è arrivato in sala Gatto per vedere nei dettagli i disegni, è stato consegnato un foglio dove si possono inserire dubbi e osservazioni.


Progetto.
I tecnici di Terna hanno smentito la costruzione di un nuovo elettrodotto ma solo una nuova stazione elettrica a Volpago del Montello che consentirà di rendere le attuali reti a 132 mila volt e 220 mila volt più moderne, sicure ed efficienti. Per raccordarla alla rete esistente saranno posati circa 25 chilometri di cavi interrati, che l’azienda assicura saranno a impatto ambientale nullo. A beneficiarne saranno le aree di via Ronchi e a nord ovest del centro.


San Benedetto.
Nella zona della fabbrica dell’acqua minerale, verso via Guizza Alta a Rio San Martino, saranno espropriati 7 mila metri quadrati per costruire un punto di derivazione che occuperà metà della superficie. Questo dovrebbe garantire la totale efficienza anche se vi dovessero essere delle emergenze di corrente da affrontare.


Tempi.
Non saranno lunghi ma nemmeno troppo corti, perché tre-quattro anni fanno presto a passare. Poi dipenderà anche dalla burocrazia se darà una mano ad accelerare o ci saranno dei rallentamenti.


Per metà del prossimo anno, Terna dovrebbe avere in mano tutto il materiale da girare al Ministero dello Sviluppo economico ma non servirà la Valutazione d’impatto ambientale (Via) per procedere ma una conferenza dei servizi. Dal momento dell’autorizzazione, che non arriverà subito, Terna stima in due anni, due anni e mezzo di cantiere. La spesa totale dovrebbe aggirarsi fra gli 80 e i 90 milioni di euro ma questo si saprà solo a progetto completato.


Reazioni.
Mestriner chiede a Terna delle garanzie precise. «Bene l’interramento e la messa in sicurezza della zona di San Benedetto» osserva «ma non ci convince molto il punto di derivazione a Rio San Martino. E poi chiederemo all’azienda la rinuncia al progetto dell’elettrodotto da 380 mila volt, in un territorio dove sono già presenti delle servitù. Vorremmo delle garanzie».


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