Tasse, Venezia da primato Iuav università più cara d’Italia

VENEZIA. È lo Iuav di Venezia l’università pubblica più cara d’Italia: ad assegnare la maglia nera è un’indagine dell’Unione degli Universitari (Udu), condotta incrociando il numero di iscritti con i dati recentemente pubblicati dal Ministero dell’Istruzione (relativi alle entrate che le università ricevono dai contributi studenteschi). Con i suoi 2001 euro di tassazione annuale media pro capite, l’istituto veneziano di architettura conquista il primo posto nella black list delle più esose. Sfiora così il raddoppio dello standard nazionale, che si attesta intorno ai 1100 euro.
Al secondo e terzo posto, sul podio più infelice, seguono il Politecnico di Milano (1814,50 euro) e l’università dell’Insubria di Varese (1777,31). Allargando lo sguardo alla top 10 delle più care, scopriamo che rientra anche l’altro ateneo cittadino, Ca’ Foscari. Con 1533 euro l’anno si piazza al nono posto della classifica, incastonato tra le altre università venete di Padova (1535) e Verona (1521). Non è tutto. Lo studio dell’Unione degli universitari mira a dimostrare non solo in quali città si paga di più, ma anche e soprattutto che l’innalzamento delle tassazioni universitarie, negli ultimi dieci anni, è stato esponenziale.
Ed ecco che tra quelle più in ascesa ritroviamo, all’ottavo posto della graduatoria nazionale, proprio lo Iuav: dal 2004 ad oggi, la rata annuale media è passata dai 1010 euro (media annuale pro capite) del 2005 ai 2000 circa del 2014, segnando un incremento del 98 per cento. «I nostri corsi, tutti, sono i più cari in assoluto» commenta Matteo Baroglio, rappresentante dell’Udu allo Iuav «e alla tassazione si aggiungono numerose ed impegnative spese extra: per materiali, plastici, installazioni. Ne avevamo discusso con il rettore uscente, Amerigo Restucci, chiedendo di bloccare la tassazione fino al prossimo anno. Un altro tasto su cui abbiamo spinto molto», aggiunge lo studente, «è quello delle fasce di reddito: attualmente sono sette, noi abbiamo proposto di portarle a più di dieci, per rendere più graduale il passaggio dall’una all’altra».
Meno nera, sul fronte degli aumenti, la situazione di Ca’ Foscari: negli ultimi dieci anni si è passati da 1061 euro a 1533, con un incremento percentuale del 44,51 per cento. «L’anno peggiore», spiega Ilaria Gervasoni, coordinatrice dell’Udu Venezia e membro del Cda di Ca’ Foscari, «è stato il 2010, quanto le rette sono aumentate del 30 per cento. Poi c’è stata una sostanziale stabilizzazione». Particolarità di Ca’ Foscari, sul fronte tassazione, è anche una forte discrepanza tra il contributo chiesto agli studenti europei e quello riservato ai così detti “extra-Ue”: «Per i primi», aggiunge ancora Ilaria Gervasoni, «il tetto è di circa 1800 euro, sia in triennale che in magistrale. Per gli altri si arriva a 4600 euro in triennale e ben 5200 in magistrale. Per noi, si tratta di una forte discriminazione».
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