«Tassa soggiorno per il turismo»
CAORLE. All’indomani dell’abbandono della consulta sul turismo da parte degli operatori turistici, dopo lo scontro sulla tassa di soggiorno con il Comune di Caorle, ora il prossimo passo si compirà in sinergia con le altre spiagge, avviando una serie d’incontri sulle modalità di applicazione dell’imposta.
L’accusa di albergatori, affittacamere e agenzie verte su una presunta mancanza di dialogo con il Comune contro cui, i membri della consulta, si sono dovuti scontrare anche durante l’ultima riunione. Gli albergatori non sarebbero contro la tassa (già applicata in altre località turistiche come Venezia), ma considerano il gettito eccessivo e vorrebbero dare indicazioni sul suo utilizzo.
Non è dello stesso avviso l’assessore al turismo Francesco Gusso. «L’abbandono unanime della consulta è stato un atto programmato», dice Gusso, «Abbiamo cercato invano di spiegare il valore importantissimo del turismo indiretto, inteso come cura del verde, incremento delle forze dell’ordine, sistemazione di aree comuni con cui il turista interagisce tutti i giorni. Ipotizzando un gettito di 1 milione e 300mila euro annuo, ne investiremo 700 mila sul turismo indiretto, i restanti 500 mila su quello diretto: manifestazioni, eventi, promozione». Secondo Gusso, nonostante l’abbandono dei membri, la consulta sul turismo non cesserà comunque di esistere: «Continueremo a convolcarla», conclude, «se questi membri non vorranno più partecipare, allora ne eleggeremo altri».
Gemma Canzoneri
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