Tanti barboni in stazione, appello per le coperte

di Simone Bianchi
Grandi Stazioni apre la biglietteria e la sala d’attesa a Mestre anche la notte, e in cinquanta si presentano per stare al caldo e sfuggire alle temperature rigide che persistono da alcuni giorni. Una grossa mano per i tanti volontari che assistono i senza dimora nella fase emergenziale del progetto comunale che punta a evitare tragedie del freddo.
L’appello del Comune è stato accolto da Grandi Stazioni, con quella di Mestre che rimarrà aperta fino almeno al 31 gennaio anche la notte, dimostrando che la collaborazione tra ente e società continua nel tentativo di alleviare le sofferenze di chi una casa non ha.
«Mercoledì sera in stazione sono arrivati in tanti nella speranza di trovarla aperta e pur non sapendo che era così davvero – spiega Davide Mozzato dalla cooperativa Caracol, che opera nel campo del sostegno ai senza dimora – Ciò dimostra quanto freddo sentissero queste persone e quanto preziosa sia stata la disponibilità in questo momento della biglietteria e della sala d’aspetto della stazione. Abbiamo rivisto anche molti anziani che, con temperature più alte, di norma non si facevano vedere. Erano preoccupati e anche un po’ arrabbiati, ci hanno raccontato i colleghi intervenuti sul campo. Li abbiamo rifocillati come sempre con bevande calde e qualcosa da mangiare, e abbiamo anche consegnato una ventina di coperte. Ai senza dimora di Venezia abbiamo consigliato di venire a Mestre la notte, e continueremo le nostre attività di assistenza».
Intanto, ieri mattina si sono riuniti i rappresentanti delle associazioni e delle cooperative che aderiscono al progetto comunale Senza Dimora per decidere se proseguire le iniziative per la raccolta delle coperte.
«Abbiamo definito due nuove giornate a Venezia il 9 e 10 febbraio – conferma Dario Mannise, coordinatore del progetto comunale – I nostri volontari saranno in campo San Bortolomeo per raccogliere coperte da poter poi donare a chi vive in strada. Finora è andata molto bene perché tra centro storico e terraferma ne abbiamo raccolte quasi cinquecento, ma probabilmente ne serviranno ancora. Quindi lanciamo un nuovo appello ai veneziani per aiutarci in questa iniziativa preziosa».
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