«Superbonus al 110% Venezia per ora fuori per i suoi vincoli»
«Ottima l’idea del Superbonus al 110 per cento per l’efficientamento energetico che aiuterà tutti, ma ora serve la collaborazione delle banche e un adattamento della norma alla città di Venezia dove, come in tutte le città d’arte, serviranno deroghe ad hoc». Questa la posizione di Confartigianato Venezia sul nuovo strumento di sostegno alle ristrutturazioni edilizie che dovrebbe partire dal primo luglio. «In sede di conversione in legge», spiega Gianni De Checchi, direttore di Confartigianato Venezia, «il decreto dovrà tener conto della specificità di Venezia e di tutti gli altri centri storici dove per evidenti esigenze di tutela paesaggistica il cappotto termico non potrà mai essere realizzato. Il divieto si applica infatti non solo ai 3 mila edifici storici vincolati, ma all’intero complesso dei 20 mila fabbricati della Venezia insulare, tutti soggetti a vincolo ambientale. Per questo facciano un appello ai nostri parlamentari. Su questo fronte siamo intervenuti con le altre Associazioni artigiane delle città d’arte italiane con un interpello all’Agenzia delle Entrate». Fatta salvo la questione cappotto, comunque, ci sarà la possibilità di fare lavori con detrazioni interessantissime.
Ma come funziona il Superbonus? «Ammettiamo», spiega il responsabile delle categorie di Confartigianato Venezia, Enrico Vettore, «di voler realizzare lavori d’efficientamento per 30 mila euro e sostituire con 10 mila euro la vecchia caldaia condominiale. In questo caso il Superbonus 110 della della spesa, è pari a 4 mila euro. Arriviamo, quindi, a un cumulo fiscale finale di 44 mila euro da suddividere per in 5 anni; 8.800 euro per anno. In pratica al momento della dichiarazione dei redditi se dovessimo pagare 10 mila euro di imposte, da questa cifra andrebbe detratto il credito di 8.800 euro, e si pagano solo 1.200 euro». Il committente, in alternativa, può rinunciare al credito d’imposta e chiedere alle imprese esecutrici di accollarsi lo sconto in fattura, cosa difficilmente fattibile nella pratica perché le imprese sono già in grave crisi di liquidità, accentuata dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria. Esiste allora la terza possibilità che coinvolgendo le banche potrebbe accontentare tutti: committenti, banche e imprese. Il cliente può decidere di cedere il credito d’imposta maturato all’impresa che, a sua volta, potrà cederlo alla banca. A fronte di una convenzione con la banca, l’impresa presenta all’istituto la propria certificazione del credito fornita dal cliente e la banca gli riconoscerà i 40mila euro del bonus credito, incassando il credito “superbonizzato” di 44mila euro. Alla banca il surplus del Superbonus garantirebbe sul capitale sborsato all’impresa, una resa finanziaria del 3,26% annuo; quasi il triplo rispetto il medesimo investimento fatto in titoli di stato».
«Per questo», chiude Andrea Bertoldini, presidente di Confartigianato Venezia, «solleciteremo le banche perché mettano a disposizione modelli praticabili rendendo possibili finanziamenti a famiglie e imprese che stanno vivendo, specie a Venezia, una crisipesantissima. Serve fissare al più presto in maniera trasparente le “regole d’ingaggio”, tramite specifiche convenzioni, affinché le condizioni di ricorso al sistema del credito siano davvero competitive». —
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