Sunia: «Tanti inquilini non hanno i soldi»

«Nel caso in cui l’ unità immobiliare sia detenuta da un soggetto diverso dal titolare del diritto reale, il detentore versa la Tasi nella misura del 10% dell’ammontare complessivo» mentre «la restante parte è corrisposta dal titolare del diritto reale sull’unità immobiliare».
Dieci per cento del valore della Tasi, calcolata sulla rendita catastale dell’immobile. Ecco quanto dovranno gli inquilini in affitto di abitazioni del Comune di Venezia. Ma tramutare la percentuale in un costo reale, per molti non sarà né facile, né immediato. Anzitutto perché i dati catastali li ha il proprietario di casa e non l’inquilino e quindi il secondo è chiamato a rivolgersi al primo per ottere i dati utili al conteggio della tassa. E poi, perché come ogni novità fiscale, la confusione è massima tra diverse aliquote e date di pagamento fissate dalle amministrazioni comunali veneziane. In tutta la Provincia, sedici comuni hanno deliberato ma solo Venezia ha posto come scadenza il 21 luglio. Gli altri hanno scelto il 16 giugno. E studi di commercialisti e Caf sono nel caos.
«Stiamo attendendo di capire come aiutare gli inquilini nel conteggio, ma sarebbe stato meglio se non fosse stato chiesto agli inquilini di pagare. I nostri uffici sono pieni di gente, tutti i giorni, che perdono il diritto alla casa perché non riescono più a pagare l’affitto. Persone e famiglie che stanno vivendo problemi seri come la disoccupazione o la cassa integrazione o mobilità di uno dei componenti. Se questi non ce la fanno a pagare l’affitto, come si fa a pensare che riusciranno anche a pagare la Tasi?», si chiede Ivana De Rossi, combattiva segretaria del sindacato inquilini del Sunia di Venezia e del Veneto.
Smarrimento e fastidio anche tra i proprietari di immobili, a cui spetta il 90 per cento della Tasi, e si sentono nel mirino del fisco locale. «In un Comune che può contare su un afflusso di più di 25 milioni di euro ogni anno, che gestisce musei, trasporti pubblici e il Casinò», denuncia Valerio Lastrucci, segretario dell’Uppi di Venezia (Unione piccoli proprietari immobiliari) e consigliere comunale, «la giunta ha deliberato che le tasse sui servizi indivisibili vanno pagate dai proprietari immobiliari che già pagano Imu e Irpef». E attacca: «L’ingiustizia e lo sgomento e la illogicità del provvedimento, sono talmente evidenti, che, per una persona per bene è persino difficile controbattere. Colpire la proprietà immobiliare è chiaramente l’obiettivo dichiarato della politica che ci governa, sia a livello nazionale che locale». (m.ch.)
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