Stop alle immersioni vicino all’Evdokia II

CHIOGGIA. Stop alle immersioni all’interno e nei pressi del relitto della Evdokia II, a circa sei miglia al largo di Chioggia. Lo ha deciso la Capitaneria di porto di Chioggia, dopo l’incidente costato la vita al subacqueo vicentino Giovanni Pretto, di 34 anni, avvenuto una decina di giorni fa. Pretto, esperto istruttore subacqueo, si era immerso con un amico per esplorare il relitto, ma non era risalito con lui, e il suo corpo era stato recuperato solo dopo quattro giorni di ricerche eseguite da sommozzatori specializzati dei vigili del fuoco.
Le cause dell’incidente potrebbero essere state due: un malore che lo avesse colto durante l’immersione, o la perdita di orientamento (a causa della dispersione che, col movimento dell’acqua, “acceca” in breve tempo chi entra nel relitto della nave) e il conseguente esaurimento dell’ossigeno prima di riuscire a trovare la strada del ritorno.
Una risposta potrebbe venire dall’autopsia che il Pm potrebbe decidere in questi giorni ma che, per ora, non è ancora stata fissata. L’ordinanza della Capitaneria, comunque, vieta le immersioni a meno di 50 metri dal relitto per la pericolosità del medesimo, ma anche per la presenza di numerosi metri di sagola utilizzata come “filo di Arianna” dai sommozzatori che hanno cercato, in quei giorni, il corpo di Giovanni Pretto. A causa delle pessime condizioni di visibilità, infatti, i sub usavano la sagola come guida e, ogni pochi metri, la annodavano a un elemento della nave, in modo da poter sempre tornare indietro in caso di necessità. Quel filo è rimasto sott’acqua e dovrà essere eliminato ma, fino al momento in cui sarà completata la bonifica, costituisce anch’esso un ostacolo in cui qualcuno potrebbe impigliarsi e non riuscire più ad emergere. (d.deg.)
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