Spunta l’antenna il quartiere Pertini pronto a mobilitarsi «Intervenga Arpav»

Al rione Pertini il comitato di quartiere giura di non aver ottenuto informazioni o comunicazioni da chicchessia. Nel frattempo nel terreno dietro il vivaio della “Primula gialla” è spuntato un ripetitore della telefonia mobile alto una trentina di metri che ha lasciato tutti interdetti.
«È cresciuto da un giorno all’altro, proprio come un fungo. Ma è un ripetitore telefonico di cui non sapevamo nulla. Possibile che nessuno si sia preso la briga di informare la cittadinanza? E allora noi meditiamo su un esposto e intanto abbiamo scritto all’Arpav per sapere se è tutto in regola e se possono venire con i loro strumenti a misurare il campo elettromagnetico tra le nostre case», racconta, con amarezza, il presidente del comitato di quartiere Pertini, Giorgio Rocelli che al “fungo antenna” ha dedicato anche un video di denuncia sui social network.
Nel popoloso rione questa non è la prima antenna di telefonia mobile presente. «Ne abbiamo contate almeno sette. Possibile ne servisse un’altra?», continua a chiedersi Rocelli. Il pilone di ferro, circondato da una rete metallica, si trova poco lontano dalla parrocchia del Corpus Domini e dalla sala civica. Impossibile non notarlo. E così mentre con il Peep di Bissuola sud, in via di approvazione in Comune, si profila un futuro di interramento per metà della linea elettrica che oggi viaggia su tralicci tagliando in due parte del quartiere, le antenne di telefonia mobile, complice la liberalizzazione, spuntano come funghi. E di recente si è aggiunto un altro operatore telefonico, ovvero Iliad. Il caso del rione Pertini spinge l’opposizione del Partito Democratico a chiedere un intervento del consiglio comunale. Emanuele Rosteghin sta preparando una interpellanza al Consiglio. «Il Comune aveva un Piano antenne e mi risulta che ci fosse anche un obbligo di avviso prima della installazione proprio per garantire informazione ai cittadini», dice il consigliere, «Quanto è accaduto al rione Pertini dovrebbe spingerci come amministrazione a valutare iniziative come quelle del Comune di Vicenza che hanno studiato una norma, non attaccabile a suon di ricorsi dalle aziende di telefonia, in cui si cerca di favorire la coabitazione di più operatori su un unico impianto, che sarebbe la soluzione migliore. Chiederemo al Consiglio di discutere di questa soluzione». Tema di attualità stringente perché se nel 2018 su trentasei domande di installazione o riconfigurazione di antenne di telefonia mobile, 14 erano state autorizzate dal Comune di Venezia, ora due recenti sentenze del Consiglio di stato su casi di impianti a Malamocco e alla Bissuola rischiano di aprire la strada agli operatori di telefonia senza di fatto limitazioni da parte del Comune. E mentre Iliad punta a garantirsi la rete di trasmissione, altri operatori si preparano allo sbarco della tecnologia del 5G, nuovo business legato all’internet “delle cose”. —
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