Spiaggia per “gnocchi e gnocche”

SOTTOMARINA. Se siete forestieri e vi trovate a Playa Punta Canna di fronte a un cartello che pubblicizza gnocchi e gnocche, non pensiate di trovarvi davanti a un ristorante. Piuttosto vi conviene darvi un’occhiatina allo specchio perché avete appena letto un’avvertenza sulla qualità dei tipi da spiaggia che vi accingete ad incontrare. Zona ad alta frequenza di gnocchi e gnocche anticipa infatti la concentrazione sul bagnasciuga di uomini palestrati e ragazze con forme mozzafiato, e se voi non vi sentite all’altezza… Non che non sia permesso di entrare se siete magrolini o avete la pancetta, ma sappiate da subito che dovrete sopportare un confronto che potrebbe risultare umiliante.
Quindi, se non avete il fisico, dovrete avere almeno il fegato per veder sfilare bicipiti e pettorali da urlo e fondoschiena autoportanti. Se invece siete in superforma, allora benvenuti nella categoria gnocchi e gnocche! E scatta la gara a chi ha i pettorali più tonici, la ‘tartaruga’ più evidente, i glutei più sodi, il silicone più fresco, la pelle più tatuata.
Non basta. Un altro cartello avverte sulla inadeguatezza della zona per i bambini. A quel punto, chi viaggia con gli amici, con fidanzati/e, moglie, mariti e affini, tira un sospiro di sollievo. Sia perché, se è pure gnocco/a, non avendo bimbi al seguito sente di avere passato anche la seconda selezione; sia perché con ogni probabilità l’aspetta una meravigliosa giornata di quiete, senza minacciosi palloni volanti, senza buche traditrici e pistolettate d’acqua e senza grida euforiche o disperate. Anche in questo caso, non che sia vietato ai bambini l’ingresso in spiaggia ma…i genitori vengono gentilmente informati che non esistono aree giochi, che i clienti dello stabilimento sono gente che ama la quiete e che i bambini potrebbero godere di ben poco divertimento. È facile appurare se un aspirante avventore è gnocco/a e se ha o meno dei bambini con sé. Quel che è più difficile da accertare è se uno è o non è un buzzurro, secondo l’avvertenza completa del secondo cartello: “zona inadeguata a bambini e buzzurri”. Chi, facendo un rapido esame, come il bruttino e la bruttina e come chi ha figli al seguito, potrà mai ammettere di essere un buzzurro? Certamente nessuno si metterà a battere i pugni sul tavolo della reception per ottenere uno sconto sui lettini o tenterà di fare pipì sul tronco di una palma, specie dopo avere letto un simile cartello.
Forse l’intenzione è pedagogica, spingere i buzzurri a comportarsi in modo gentile ed educato per non essere smascherati e allontanati. Se così è, è geniale. Ma quella equivalenza, “bambini e buzzurri”, non lo è. Anzi, rivela un fondo deciso di buzzurraggine. Se è sacrosanto il diritto di scegliere una spiaggia dove stare in pace equiparare, sia pure solo in un cartello, i bambini e i maleducati gravi non è proprio un colpo di genio.
Perché nella vita tutto è in movimento: quest’anno sei single e pensi solo alla tintarella e all’happy hour, il prossimo magari ti ritrovi con un neonato e tutto cambia, compresa la spiaggia. I buzzurri invece rimangono sempre gli stessi.
Alessandra Lionello
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