Speedline conferma: «Via nel 2022» 605 lavoratori nel baratro, è sciopero
santa maria di sala
Poco dopo le 12 di ieri, la notizia trapelata nei giorni scorsi ha trovato conferma: la Speedline vuole delocalizzare la produzione dello stabilimento di Santa Maria di Sala. Il gruppo Ronal ha deciso cessare l’attività entro la fine del 2022 per portare la produzione all’estero, Polonia e Germania le indiziate. «Una scelta inaccettabile e incomprensibile», scrivono in un comunicato Fim Cisl e Fiom Cgil. Poche parole per spiegare come l’incontro di ieri sia servito solo a confermare quanto già si sapeva. E per i 605 dipendenti della fabbrica produttrice di cerchi in lega per auto (ma se si conta l’indotto la Speedline coinvolge oltre 750 persone) è calato il silenzio. Secondo l’azienda, l’eccessivo costo di produzione ha portato il gruppo a perdere fatturato negli ultimi due anni.
Alla riunione di ieri mattina, i vertici del gruppo svizzero non si sono presentati ma per loro conto c’erano Luca Ramella dello studio Alix Partners, l’avvocato Antonella Negri dello studio legale Bonelli Erede, e Katia Menin, direttrice del personale di Speedline. Al terzetto il compito di comunicare la scelta di cessare l’attività entro un anno. Si può ben immaginare cos’abbia provocato una notizia del genere: i rappresentanti sindacali hanno subito convocato un’assemblea fuori dalla fabbrica, è scattato un breve corteo sulla Noalese, è stato indetto uno sciopero sino alle 6 di stamani. Tenuto conto che alla Speedline si fanno turni da 8 ore, hanno incrociato le braccia coloro che dovevano andare al lavoro alle 14 e alle 22. Da oggi si vedrà.
Intanto a mezzogiorno al Tronchetto ci sarà una riunione con i vertici della Città metropolitana, dove dovrebbe esserci anche il sindaco Luigi Brugnaro, e interverrà pure il collega di Santa Maria di Sala Nicola Fragomeni. Giovedì si replicherà in Regione, in collegamento con il ministero dello Sviluppo economico.
I giorni sono caldi, la situazione è fluida e la sensazione che la partita sarà lunga, molto lunga. «Siamo disponibili a discutere di un nuovo piano industriale o di qualsiasi prospettiva che implichi il mantenimento di tutti i posti di lavoro nel sito salese», dicono i sindacati. «Questa vertenza non rimarrà dentro ai confini di Santa Maria di Sala», tuona Matteo Masiero di Fim Cisl, «perché andremo fuori provincia, regione e, se sarà necessario, andremo pure in Svizzera dalla casa madre. Non si può pensare di continuare a portare via un pezzo d’industria italiana dal nostro paese. Non è possibile e neppure ammissibile. Ronal non può venire qui, spegnere l’interruttore e spostare la produzione. Siccome Brugnaro è stato il primo a lanciare questa bomba (in un convegno a Ca’ Foscari a Venezia la scorsa settimana, ndr), sia anche il primo a sostenerci». Sulla stessa lunghezza d’onda pure Manuela Musolla di Fiom Cgil. «Anziché anticipare la chiusura di Speedline in un convegno», attacca, «Brugnaro poteva alzare il telefono e avvisare il sindacato. La strada sarà lunga, ma se vogliamo difendere il posto di lavoro serve che ciascuno risponda alle iniziative in programma. Non ci scoraggiamo, da subito abbiamo messo in campo delle iniziative e abbiamo allertato pure le confederazioni». Da qui alle prossime settimane, Natale compreso, si prevedono giornate molto calde. —
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