Spaccio e sequestro di persona: 4 arresti
Umberto Manfredi, il «genero» del boss Silvano Maritan, è stato preso in Austria
MESTRE.
Sono accusati di detenzione e spaccio sul litorale jesolano di oltre 3 chili di cocaina e (due di loro) anche di sequestro di persona. Al termine dell'operazione Overview, in collaborazione con l'Interpol, i carabinieri del Nucleo investigativo di Venezia hanno arrestato 4 persone.
Il nome più altisonante dei destinatari dell'ordinanza emessa dal gip del tribunale di Venezia Alberto Scaramuzza su richiesta del pm Roberto Terzo, il dominus del gruppo, nonostante la giovane età, è senza dubbio Umberto Manfredi. 39 anni, «genero» di Silvano Maritan avendo convissuto con la figlia del famoso boss, anagraficamente residente a Jesolo, Manfredi di fatto era domiciliato tra la Romania e l'Austria da qualche mese. L'altro nome di spicco è quello di Claudio «Caio» Razza, 51 anni, trevigiano di Motta di Livenza e storico capo ultras della Benetton Treviso, anch'egli pregiudicato. Per sfuggire alla cattura i due si erano rifugiati nei mesi scorsi prima in Romania, poi in Austria. E proprio ad Allhaming, in Austria, è stato arrestato (in esecuzione di un mandato di arresto europeo e con la collaborazione dell'Interpol) Manfredi, tuttora trattenuto dalle autorità austriache in attesa di estradizione. Razza è invece stato arrestato (appena rientrato in Italia) ieri mattina a Portogruaro, in piazza, mentre era in compagnia di un coneglianese sul quale sono in corso indagini per verificare l'eventuale favoreggiamento. In manette, arrestati a Jesolo, altri due pregiudicati: Matteo Giacomel, jesolano di 20 anni e Serjan Pasha, albanese di 23 anni residente a Jesolo. I quattro sono accusati di detenzione e spaccio di ingenti quantitativi (oltre 3 chili) di cocaina. Giacomel, in particolare, sarebbe stato uno dei «cavalli» preferiti di Manfredi, essendo in grado, secondo i carabinieri, di spacciare almeno 40-50 grammi di coca a settimana; quanto a Pasha era già finito in manette nell'ambito di una precedente operazione (vedi pezzo a fianco) condotta sempre dai carabinieri. Manfredi e Razza erano ricercati anche per sequestro di persona e violenza privata. I fatti risalgono al 31 gennaio scorso. Un uomo (cliente di Manfredi, al quale doveva qualche centinaio di euro per cocaina acquistata e non pagata) e una donna che si trovavano in un ristorante jesolano erano stati aggrediti prima verbalmente, poi fisicamente: trascinati a forza fuori dal locale e caricati su un'auto. Erano riusciti a liberarsi soltanto un paio d'ore dopo, approfittando di una distrazione dei due sequestratori. Per dimostrare ai due che non scherzava, in quell'occasione Manfredi si era spaccato un bicchiere di vetro in testa. Razza e Manfredi erano stati intercettati una settimana fa in Austria durante un controllo simulato alla circolazione stradale. Razza, però, era riuscito ad allontanarsi. Per non compromettere l'operazione i carabinieri hanno preferito pazientare. Hanno stretto i controlli, in collaborazione con i colleghi austriaci, attorno a Manfredi e hanno atteso che Razza rientrasse in Italia per arrestarlo.
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