Spaccio di droga nel quartiere Piave a Mestre, 14 arresti e 30 chili di cocaina sequestrati

Sono stati sequestrati anche un bar, un fabbricato, un terreno, tre automobili e tre pistole, due delle quali apparentemente funzionanti

Roberta De Rossi
Lo spaccio in via Piave a Mestre
Lo spaccio in via Piave a Mestre

L'elicottero che ha svegliato Mestre e Venezia  all'alba di mercoledì 12 giugno è stato il segnale che si è compiuta con 14 arresti di cittadini albanesi e italiani - su misura cautelare per spaccio di sostanze stupefacenti - un'indagine di Polizia e della Squadra Mobile iniziata nel 2021 e che si è sviluppata per due anni, con grande dispiego di uomini e di mezzi, per risalire dagli spacciatori e agli organizzatori dello spaccio.

Nel corso dell'inchiesta sono stati sequestrati 30 chili di cocaina, oltre a eroina e hashish.

L’indagine

«All'inizio l'indagine è partita dalla segnalazione di spaccio all'interno di un bar in un edificio pubblico», ha spiegato il procuratore Bruno Cherchi, «ma si e sviluppata grazie al "fiuto" degli investigatori, che hanno capito che le segnalazioni potevano portare ad altro. Una inchiesta che ha avuto il suo corpo nelle intercettazioni, fondamentali in ogni indagine, mache hanno poi avuto necessario riscontro con l’acquisizione delle prove riscontro, per ricostruire dare corpo e giustificare le misure cautelari: 12 in carcere e due arresti ai domicilliari. Sono state usate tutte le tecnologie, telecamere nei luoghi dello spaccio, per provare l'attività anche davanti ai giudici: una massa imponente di elementi acquisiti Lo dico per far comprendere l'enorme lavoro necessario per arrivare dalle segnalazioni agli arresti».

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La diffusione dello spaccio

«Altro elemento da segnalare è al diffusione dello spaccio»,  ha aggiunto procuratore Cherchi, «che evidenzia un uso di sostanze stupefacenti molto diffuso: non parliamo solo di persone emarginate, ma anche di acquirenti con vite professionali normali che fanno uso di cocaina, hashish, marijuana. Non è la prima volta che emerge».

«L'inchiesta», ha sottolineato il questore di Venezia, Gaetano Bonaccorso - ha portato anche al sequestro di un bar, un terreno, immobili, tre automobili e tre pistole, due delle quali apparentemente funzionanti»

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