Spaccio, degrado e violenza: il quartiere chiede prevenzione

Spaccio, degrado, violenza. Sono tre parole sempre più all’ordine del giorno al Parco Bissuola, fino a pochi anni fa non solo «polmone verde» di Mestre, ma anche luogo di ritrovo: con il centro civico, la biblioteca, il teatro, il bar. Oltre alla piscina e ai campi da gioco. Spazi che, progressivamente, stanno sparendo: con la chiusura dell’ufficio anagrafe, del comando dei Vigili Urbani, del bar e l’apertura solo pomeridiana della biblioteca. «Stanno spegnendo il parco» lamenta Laura Latini, presidente del Comitato dei cittadini del Parco Bissuola. Il problema dei servizi progressivamente dismessi si ricollega al sempre più sentito tema della sicurezza. «Quello dello spaccio è un problema complesso, sul quale non si può intervenire solo con la repressione, ma soprattutto con la prevenzione» dice Flavio Albertini, consigliere della municipalità di Mestre Carpenedo. «L’andirivieni di persone al Bissuola, grazie al servizio anagrafe - il terzo più frequentato di tutto il Veneziano - era un deterrente per lo spaccio. Lo stesso era garantito dalla presenza del comando dei Vigili del fuoco. E dal servizio per l’infanzia e l’adolescenza, che serviva a dare un supporto ai giovanissimi che si avvicinavano al mondo della droga». Altro punto critico: il teatro. Chiuso nel 2008 e mai più riaperto. «In teoria mancano solo le sedie ignifughe. Ci avevano detto che era questione di sei mesi, ma è già passato un anno».

E l’ombra della Biennale che incombe, dato che il teatro dovrebbe diventare un centro informatico di musica elettronica: «Ma noi, come comitato, non abbiamo saputo niente. Ci piacerebbe avere un incontro con i responsabili della Biennale per capire che intenzioni anno. Perché, lo ricordiamo, fondazione e Comune sono due enti diversi, con fini differenti. Vorremmo che il teatro tornasse a essere un luogo in grado di ospitare concerti, ma anche spettacoli e manifestazioni. Uno spazio gratuito e aperto al pubblico tutto l’anno». —

Laura Berlinghieri

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