Spacciatore ventenne condannato a 14 mesi

Jesolo. Il giovane era stato fermato da un vigilantes del locale notturno All’arrivo dei carabinieri ha tentato inutilmente di ingoiare gli ovuli di droga

JESOLO. Spaccio di droga sul litorale, i carabinieri arrestano Daniel Mandruzzato, un ventenne di Castelfranco Veneto. I militari del nucleo operativo e radiomobile di San Donà lo hanno rintracciato in un noto locale notturno con 18 involucri di droga sintetica del tipo Mdma che ha cercato di ingoiare per non essere scoperto.

Uno degli addetti alla sicurezza del locale è entrato nei bagni dei ragazzi per un controllo, come vuole la direzione, che in questo modo spera di arginare il consumo di sostanze tra i giovani. L'uomo della security ha notato un giovane che stava armeggiando con la mani all'interno di un marsupio. Si è avvicinato ed è riuscito a scorgere degli involucri sospetti che non sono sfuggiti ai suoi occhi esperti. A quel punto ha accompagnato il giovane negli uffici della direzione e richiesto l’intervento di una pattuglia alla centrale operativa della compagnia carabinieri di San Donà. Mentre i militari stavano entrando, il giovane, con una mossa repentina, ha introdotto in bocca tutti gli involucri che si trovavano nel marsupio, cercando di ingoiarli. Tempestivo l’intervento dei militari che si è concluso con il recupero di 18 involucri in cellophane con una sostanza di colore bianco. Dopo gli esami è risultata essere sostanza stupefacente sintetica, il diffuso Mdma.

I militari hanno pensato che comunque il ventenne fosse riuscito a ingoiare parte degli involucri. C'erano infatti alcune confezioni aperte a causa della masticazione frenetica. Hanno così disposto il trasporto al pronto soccorso dell’ospedale di San Donà per l’opportuna assistenza sanitaria nel caso di effetti tossici della sostanza ingerita. I sanitari hanno potuto accertare che non vi era stata alcuna conseguenza di carattere sanitario, ma hanno deciso comunque un periodo di osservazione di almeno 12 ore.

Hanno contattato il pubblico ministero di turno che ha disposto che il giovane fosse trattenuto all’ospedale, ma con le prescrizioni degli arresti domiciliari. Mandruzzato è stato dunque prelevato dall’astanteria del pronto soccorso e trasportato nelle aule del Tribunale di Mestre dove il giudice, in sede di udienza fissata con la procedura del rito direttissimo, lo ha condannato a un anno e due mesi di reclusione, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

È stato un ottimo esempio di collaborazione tra un locale notturno e le forze dell'ordine, in questo caso i carabinieri, che ha evitato lo spaccio di una droga sintetica molto diffusa e pericolosa.

Giovanni Cagnassi

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