Spacciano cocaina al Q Bar di Padova Due in manette

SANTA MARIA DI SALA. Pensavano di essere a riparo da sguardi indiscreti all’interno della sala fumo del Q Bar di piazza Insurrezione a Padova. Credevamo di poter spacciare cocaina liberamente. Non immaginavano neanche lontanamente che domenica sera, all’ex cinema Quirinetta, fosse in corso la festa di compleanno di un carabiniere del nucleo Radiomobile di Padova. Stefano Carraro, 26 anni, di Santa Maria di Sala e Noureddine Ksouri, 33 anni, tunisino, sono finiti in manette con l’accusa di spaccio di droga.
È successo verso l’una di notte. A quell’ora i due sono stati visti dalla sorveglianza del locale contrattare con alcuni clienti all’interno della sala fumo che si trova al primo piano: bustine bianche in cambio di denaro. Proprio domenica notte però era in corso anche una festa di compleanno di un militare dell’Arma con una decina di invitati. I responsabili della security del Q Bar hanno messo al corrente i carabinieri di quel che stava accadendo al piano superiore e così l’intervento è stato immediato. Due militari in borghese si sono piazzati all’ingresso della sala fumo e hanno bloccato sia Stefano Carraro che l’amico tunisino: il primo aveva in tasca 2.200 euro e 2 grammi di cocaina, l’altro invece è stato trovato con 148 euro. Immediatamente i due sono stati bloccati e portati in caserma. Proprio durante l’ultimazione degli atti sull’iPhone del nordafricano è arrivato un messaggio eloquente: «Mi servono due pezzi» che in gergo significa 2 grammi di cocaina. Gli investigatori dell’Arma ora stanno cercando di ricostruire il giro di clienti dei due arrestati. Ovviamente saranno visionati anche i tabulati dei due telefonini con l’analisi dei messaggi e delle chiamate in entrata e in uscita.
Ovviamente soddisfatto il titolare del Q Bar Andrea Massaggia. «Nel nostro locale sono già presenti gli addetti alla sicurezza. Nel caso specifico domenica sera i carabinieri erano già presenti e sono stati gentilissimi. Per quel che riguarda lo spaccio di droga ci tengo a sottolineare che in dieci anni è la prima volta che succede una cosa del genere. Ma il messaggio deve arrivare forte e chiaro a tutti: qui dentro ci si diverte, non si spaccia droga».
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