«Sono reazioni previste fra un paio di giorni tutti staranno bene»

l’intervista
L’argine contro il coronavirus in provincia di Venezia conta finora circa 46.900 dosi di siero somministrate. Tre i prodotti utilizzati per la maxi campagna di immunizzazione: Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Quest’ultimo, adoperato sabato e domenica per la profilassi del personale scolastico, ha creato ieri un exploit di assenze tra i docenti. Febbre, dolori alle ossa, stanchezza, mal di testa, i sintomi che hanno costretto gli insegnanti a non presentarsi in classe. «Queste non sono reazioni allergiche ma effetti indesiderati del vaccino. Non si tratta di una sorpresa, sono effetti collaterali attesi che scompaiono nell’arco di 48 ore» commenta il professor Enzo Raise, infettivologo e immunologo, già direttore di Malattie infettive degli ospedali di Venezia e Mestre.
Perché il vaccino AstraZeneca ha dato luogo a casi di reazioni indesiderate?
«Si tratta di reazioni dettate dall’organismo, dovute all’attecchimento del vaccino, che stimola il sistema immunitario nella produzione degli anticorpi. Ma ciò vale per il vaccino AstraZeneca così come per gli altri».
Gli studi fin qui condotti cosa hanno evidenziato?
«Che il vaccino AstraZeneca nel 50% dei casi dà un po’ di mal di testa nelle prime 48 ore, nel 44% dei casi una lieve stanchezza e dolori muscolari per un paio di giorni, in un caso su 3 malessere generale modesto simil influenzale, qualche linea di febbre che si accompagna a mal di testa e dolore alle ossa. Mentre una persona su 4 può avere dolori articolari e nausea più importanti, in genere durano 2 giorni. Non c’è da preoccuparsi, sono effetti collaterali attesi, confermati dai dati delle sperimentazioni e dell’Oms».
Disturbi indesiderati sono comparsi anche tra chi ha ricevuto i vaccini Pfizer e Moderna?
«Anche per questi due prodotti nel 50% dei casi ci sono stati modesta febbricola per 24-48 ore, dolori muscolari e stato di spossatezza, sempre legati alla reazione del sistema immunitario stimolato a produrre gli anticorpi. Ma anche nel vaccino antinfluenzale mettiamo in conto qualche doloretto, non è una novità».
Quale principio sfruttano i tre vaccini adoperati per la profilassi anti Covid?
«L’AstraZeneca è un vaccino tradizionale a vettore virale, cioè sfrutta un adenovirus di scimpanzé (non patogeno e inattivo) per veicolare l’informazione genetica che porterà l’organismo a produrre la proteina Spike del coronavirus. Pfizer e Moderna sono invece vaccini a mRna cioè contengono una molecola di Rna messaggero con le istruzioni che porteranno l’organismo a produrre anticorpi neutralizzanti contro il Covid».
C’è pericolo che il vaccino provochi l’insorgenza del Covid?
«No. I vaccini contengono dei pezzi di virus non il virus intero e dunque non possono trasmettere la malattia».
Nella sfida aperta contro la pandemia quanto è importante vaccinarsi?
«La vaccinazione è un obbligo morale per diversi ordini di ragioni e io mi sono vaccinato. Chi è immunizzato evita di contrarre la malattia o, se altamente esposto al virus, contrarrà l’infezione in modo più lieve. Inoltre, più la popolazione è immunizzata più il virus faticherà a infettare ed anche a mutare».
I prossimi mesi saranno decisivi?
«I pazienti in ospedale e nelle Rsa dovrebbero pretendere di essere assistiti da personale vaccinato. Anche il mondo della scuola dovrà rispondere compatto alla profilassi come scelta di salute per tutti. Se non stringiamo le maglie l’incubo della pandemia continuerà all’infinito». —
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