«Sono caduto e ho rotto la bicicletta»
«Ho rischiato di farmi male, ho rotto il tubolare della bici, sono mancato a un impegno di lavoro tutto perché da tempo immemore questo punto di via Querini è ridotto così». Massimiliano Longo,...

«Ho rischiato di farmi male, ho rotto il tubolare della bici, sono mancato a un impegno di lavoro tutto perché da tempo immemore questo punto di via Querini è ridotto così». Massimiliano Longo, mestrino che gestisce una palestra di scherma ad Oriago, nei giorni scorsi ha rischiato di farsi male correndo in bicicletta sull’asfalto malandato di via Querini. Qui da mesi la ciclabile che collega la pista di via Dante con il centro di Mestre, davanti a piazzale Donatori di Sangue, è chiusa nel tratto finale, a ridosso di villa Erizzo perché il muro di cinta della villa adibita a biblioteca civica rischia di crollare. Il Comune nelle scorse settimane ha trovato i fondi per intervenire sul muro di cinta ma nel frattempo i ciclisti devono percorrere un pezzo di percorso correndo sulla strada, spesso contromano rispetto alle auto dirette verso via Cappuccina.
Un tratto di strada in cui l’asfalto è logoro e quindi è facilissimo cadere a causa di «buche e screpolature del manto stradale» conferma Longo, finito con la ruota della bici per evitare una macchina che lo affiancava, «dentro la screpolatura più profonda con le conseguenze che vi ho detto. Passano nei due sensi di marcia decine di ciclisti ogni giorno. E il mio è un invito a intervenire per evitare il peggio. Intanto pago io i danni fortunatamente lievi, ma non è giusto».
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