«Solo propaganda, manca il piano»

«È la direzione sbagliata: aprono mille rivoli, nuovi uffici... chiaro che il personale si disperde. Si continuano a fare reparti speciali, uffici su uffici senza farne bene uno. Danno la colpa agli “imboscati”, quanto se i vigili non si vedono in strada è per la mancanza di scelte di chi comanda. Parlano bene e razzolano male a iniziare dal comandante, che per la sua segreteria ha bisogno di 10-12 persone, tre autisti e due motoscafisti». Interviene così Luca Lombardo - segretario del sindacato Diccap - in replica alle dure parole del comandante Agostini e sulla riorganizzazione dei vigili urbani. «Certo, l’amministrazione ha il diritto di scegliere, ma è la prima volta che si impone una riorganizzazione tale senza coinvolgere i lavoratori», prosegue Lombardo, «anche il regolamento sull’obbligo dell’arma l’abbiamo letto sui giornali. Avevano promesso che ci avrebbero sottoposto il piano per delle osservazioni, invece hanno calato dall’alto: come si può chiedere il coinvolgimento dei lavoratori, se si trattano le persone così?». Nel merito, Lombardo critica l’obiettivo della riforma: «Se fai antitaccheggio, polizia scientifica, droga poi sono tutti vigili che mancano all'appello per le strade. Invece di Kuma ed elicottero avremmo preferito il ritorno al territorio: per certi reati ci sono le altre forme di polizia più competenti. Certo se si vuole fare propaganda politiche queste cose pagano, ma non in termini di capacità dare risposte ai cittadini: non sono necessariamente gli arresti a fare il lavoro dei vigili, ma il rispetto dei regolamenti e dei rapporti civili». «Le cose non si risolvono accusando sempre i vigili», conclude Lombardo, «pensano che nella vita lavorativa non si invecchi mai? Non si abbia un familiare disabile o un bambino? Accusano i lavoratori di assenteismo, mentre sono questioni che riguardano l’organizzazione, che oggi manca: un'amministrazione più preoccupata per un cane che per i propri collaboratori umani, indispettisce non poco». (r.d.r.)
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