Sinopoli, arrestato il picchiatore Nei guai altri cinque giovani

Tentato omicidio. Con questa accusa da ieri pomeriggio Giuseppe De Simone, 28 anni, di Marghera è finito agli arresti domiciliari. È ritenuto il capo del “branco” di giovani che domenica 2 settembre, intorno a mezzanotte, hanno aggredito in due momenti diversi Gabriele Sinopoli, 63 anni, dirigente di banca in pensione e fratello del grande direttore d’orchestra Giuseppe. Lo hanno picchiato a sangue tanto da farlo finire in coma con un’emorragia cerebrale. Lo hanno picchiato violentemente perché, mentre camminavano in mezzo alla strada, ha suonato il clacson per farli spostare. Ad arrestarlo nella sua abitazione di via della Rinascita, a Marghera, sono stati gli agenti del commissariato di Mestre.
Il sostituto procuratore Stefano Buccini, che coordina le indagini, aveva chiesto l’arresto in carcere, ma il gip Antonio Liguori ha concesso gli arresti domiciliari anche se il reato rimane di tentato omicidio.
Con De Simone sono indagati anche i cinque suoi amici, con il quale stava festeggiando il matrimonio di uno di loro. A vario titolo sono finiti nei guai: Giuseppe Bartolo, 30 anni; Marco Seibezzi, (30); Sebastian Troiani, (27); Antonio Marigliano, (19); e Andrea Campagna, (26). Tranne Bartolo, che vive a Zelarino, tutti gli altri abitano in via della Rinascita. I ragazzi si conoscono da anni e quella sera erano arrivati in via Verdi per l’ultima bevuta, dopo aver trascorso la giornata a festeggiare il matrimonio di Sebastian Troiani. Dopo il pranzo in una trattoria di Oriago, aveva passato il pomeriggio ad ascoltare musica in un garage. Quindi la trasferta a Mestre.
Tra loro c’è chi lavora, come De Simone, fa i turni al mercato ittico del Tronchetto o come Bartolo che raccoglie ferrovecchio. C’è poi Marigliano, che si definisce un calciatore professionista. Dice di essere tesserato con il Dolo Calcio.
L’arresto di De Simone è un punto fermo su delle indagini che proseguono. Nella prima fase di interrogatori, compiuti sia dagli agenti del dirigente Eugenio Vomiero che alla presenza del pm Stefano Buccini, i protagonisti hanno fatto dei racconti ritenuti, in parte, poco veritieri dal pm se alla fine ha chiesto la misura cautelare. Soprattutto non convincono le spiegazioni sull’entità dei colpi inferti a Sinopoli e sulle modalità dell’aggressione. I tre che ammettono di averlo colpito e cioè De Simone, Marigliano e Troiani, quando descrivono l’entità dei propri colpi, parlano di schiaffi e manate. Inverosimile se poi si va a leggere il referto medico che riguarda il ferito. Ad accusare De Simone di aver picchiato duro è in particolare Marigliano che dice di aver visto l’ amico colpire con pugni dal basso verso l’alto Sinopoli. L’arrestato parla solo di schiaffi.
C’è poi un altro aspetto che dovrà essere chiarito fino in fondo e che dimostra come i ragazzi non l’hanno raccontata tutta. Infatti sono state riscontrate a Sinopoli varie contusioni anche sul torace e sull’anca. Colpi non compatibili con quanto dicono i rac’gazzi: secondo loro avrebbero picchiato il pensionato solo attraverso il finestrino abbassato. Ma forse hanno anche aperto la portiera dell’auto.
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