Si rompe una gamba per la bici difettosa fa causa all’azienda
Compra una “bicicletta assistita” per recarsi al lavoro ma, a causa di un malfunzionamente per un difetto di fabbricazione, rovina a terra e si rompe una gamba: attraverso i suoi legali chiede risarcimento per danni fisici e materiali all’azienda costruttrice. Il rivenditore conferma il problema ma l’azienda di bici nega ogni responsabilità e per ora non intende pagare. Un 42enne di Mira a novembre dello scorso anno aveva speso 880 euro per acquistare una bici elettrica, un’Atala, al Center Bike di Mira Porte. Appena tre settimane dopo il mezzo lo ha “tradito”: all’improvviso la ruota anteriore del mezzo si è bloccata a causa di un difetto del piolo di aggancio del freno V-Brake anteriore sinistro. Come si scoprirà il bloccaggio ha fatto da “leva” e il conducente è letteralmente volato per terra, danneggiando la “bicicletta assistita” e riportando lesioni pesanti. Il 42 enne è volato in avanti e si è fratturato una gamba. I dolori ad una gamba erano sempre più lancinanti e così si è fatto accompagnare al Pronto soccorso dell’ospedale di Dolo, dove le radiografie hanno constatato la frattura del piatto tibiale del ginocchio sinistro, prognosi di 30 giorni. È stato subito ricoverato in Ortopedia dove ha subìto un intervento chirurgico. Per avere i risarcimenti l’uomo si è rivolto allo Studio 3A. Oltre ai certificati medici, è stata acquisita la testimonianza del passante che l’aveva soccorso e, soprattutto, è stata aggiunta al fascicolo la dichiarazione del rivenditore, che ha convenuto sul fatto che «la rottura è da considerarsi un difetto di costruzione con conseguente distacco della parte di fissaggio del leveraggio freno saldato alla forcella». L’uomo ha così presentato una dettagliata richiesta danni ad Atala, considerato peraltro che la bici a pedalata assistita era stata appena acquistata ed era in garanzia, ma nonostante tutte le prove esibite i tecnici dell’azienda non hanno voluto riconoscere il difetto di fabbrica, asserendo che sarebbe stato il proprietario a rompere il blocco-freno. Nei giorni scorsi la compagnia di assicurazione di Atala, Groupama, ha negato il risarcimento sostenendo che «non è emerso alcun elemento di responsabilità a carico della nostra assicurata». Ma il 42 enne è pronto a far valere le proprie ragioni portando in tribunale la casa costruttrice. —
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