Si dimette Beraldo, vertenza ancora in salita

Esce lo storico amministratore delegato mentre il futuro dello store di Rialto resta incerto
A meno di due mesi dalla cessazione del contratto, il futuro di Coin Excelsior e dei suoi novanta dipendenti è ancora da chiarire. Lo spiraglio di apertura che le parti - da un lato il Gruppo Coin e dall’altro la società Drizzly di Paola Coin, con i buoni uffici dell’assessore Renato Boraso - avevano raggiunto prima di Natale sembra essersi fermato. E proprio ora che la delicata trattativa dovrebbe riaprirsi, arriva la notizia che il presidente del Consiglio di amministrazionbe di Coin srl, Stefano Beraldo, ha rassegnato le dimissioni. Al suo posto, è stato nonimato il commercialista trevigiano Alberto Borelli.


Per il Gruppo si tratta di un importante cambio di passo che giunge proprio a ridosso della trattatativge dalla quale dipenderà il futuro dello store di Rialto. In queste settimane, grazie all’impegno dei sindacati, erano state raccolte oltre mille firme a sostegno dello store che ha oltre 70 anni di stoira e dà lavoro a novanta famiglie.


Nei mesi scorsi si era speso in prima persona anche l’assessore Renato Boraso, cercando una mediazione sul canone di locazione, passato da 560 mila euro a tre milioni alla scadenza del contratto fissata per il 28 febbraio.


Gli interrogativi continuano a preoccupare lavoratori e sindacati, visto che a poche settimane dalla scandenza del contratto ancora non ci sono certezze. Secondo indiscrezioni, infatti, la Drizzly sarebbe già molto avanti negli accordi con un monomarca low cost (il più accreditato potrebbe essere H&M al quale il palazzetto di campo San Luca è diventato stretto) e dunque non si capisce come potrebbe ritirarsi alla vigilia della firma, considerato anche che contratti di locazione di questo tipo richiedono mesi di preparazione.


D’altro canto è anche certo che Coin non intendere andare altrove, e soprattutto non vuole lasciare Venezia, come ribadito anche da Boraso che, a nome del sindaco Luigi Brugnaro, nei giorni scorsi aveva telefonato all’avvocato della proprietà per ribadire l’importanza che il marchio resti in laguna e che i novanta posti di lavoro dei dipendenti vengano salvaguardati.
(m.pi.)


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