Shopping festivo, 1.200 firme a Mestre per dire no

Sono ben 1200 le firme raccolte ieri tra Mestre e provincia, nel primo giorno della campagna “Liberaladomenica”, lanciata da Confesercenti assieme a Federstrada con l’appoggio della Conferenza Episcopale Italiana. Oltre a Mestre, banchetti di fronte ai sagrati delle principali chiese sono stati allestiti a Chioggia, Noale e San Donà di Piave.
In Piazza Ferretto, davanti al Duomo di San Lorenzo, c’erano Maurizio Franceschi, responsabile veneto della Confesercenti, Tiziano Scandagliato, portavoce di Anva (Associazione nazionale venditori ambulanti) e Fiorella Bortolozzo. L'obiettivo, quello di presentare in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare per abolire la liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali introdotta dal decreto Salva Italia, restituendo alle Regioni il potere di disciplinare i calendari in base alle reali necessità territoriali. Con la Confesercenti anche don Gianni Fazzini, responsabile della Pastorale per gli Stili di Vita, che ha ricevuto mandato dal patriarca, Francesco Moraglia, di seguire la campagna e il vicesindaco, Sandro Simionato, che appoggia in pieno l’iniziativa e ieri era davanti al Duomo in qualità di pubblico ufficiale visto che perché le firme siano valide serve un consigliere comunale, un assessore o un presidente di municipalità. «Le motivazioni che ci spingono a portare avanti la campagna», ha spiegato Franceschi, «sono ben note: le aperture domenicali e festive non hanno prodotto risultati, i consumi non saliti ma sono addirittura calati perché viviamo una recessione mai vista prima, il prodotto interno lordo non è aumentato e solo il 3 per cento dei consumatori ha modificato la sua giornata di acquisto: il tema però che poniamo oggi è quello dei valori, oltre al fatto che la liberalizzazione così impostata penalizza i centri cittadini e spopola le città». Prosegue: «A partire da oggi (ieri, ndr) ci mobiliteremo sui sagrati di quante più chiese possibili, ma saremo presenti anche nei mercati e nelle sedi istituzionali che ci verranno messe a disposizione dall’amministrazione».
Il vicesindaco, infatti, ha spiegato che a breve sarà possibile sottoscrivere la petizione a sostegno della proposta di legge anche nelle Urp (Ufficio relazioni con il pubblico), nelle sedi municipali, in sostanza in Comune e negli organi decentrati. A Mestre sono state raccolte 380 sottoscrizioni, a Noale 250, a San Donà 320 e a Chioggia 250, in totale circa 1.200. «Sono molto soddisfatto», precisa ancora Franceschi, «se fossimo stati presenti in più zone e in tutti i Comuni, ne avremmo raccolte ancora di più, le persone hanno manifestato di essere in disaccordo con le aperture spinte e che è ora di finirla». «Al di là delle riflessioni economiche con le quali sono perfettamente d’accordo», commenta Simionato, «l’unica giustificazione possibile per una simile liberalizzazione, è quella del servizio al cittadino, ma a questo punto scatta un diverso ragionamento sul che cosa significa organizzare il proprio tempo e su che qualità della vita vogliamo». Domanda il vicesindaco: “Quanto spazio diamo alla costruzione di rapporti? Non può essere che ci si debba ridurre a fare spese la domenica mattina, altrimenti il centro commerciale diventa un luogo di socialità impropria. Ma di solido non c'è nulla, perché non si costruiscono rapporti veri come in una piazza, dove ci si incontra, ci si intrattiene, si fa cultura».
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