Sfratto alla “casa gialla” torna la pace alla Gazzera
Proprietario torna in possesso dell’alloggio affittato a un’associazione di migranti A Favaro rinvio dello sloggio da una casa Ater per una famiglia con ragazza incinta

Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, via Gazzera Alta/ Sgombero della "casa gialla"
Due sfratti ieri in città. Uno eseguito e l’altro rinviato dopo una mobilitazione di protesta. Due storie diversissime tra loro.
Chiusa la casa gialla
. Alla Gazzera da ieri gli abitanti di via Gazzera Alta tirano un sospiro di sollievo: polizia di Marghera e ufficiale giudiziario hanno eseguito lo sfratto della casetta gialla tra i due passaggi a livello, da mesi nel mirino di esposti e proteste. Anche la polizia ferroviaria di Roma è arrivata fino alla Gazzera per una indagine su stupefacenti. I controlli si sono poi ripetuti nei mesi successivi con altri sequestri e fermi. La casa era occupata dalle 40 alle 50 persone ogni sera, immigrati africani, e il vicinato lamentava schiamazzi, rumore e musica fino a tardi e anche qualche episodio di rissa. Una denuncia era stata presentata dall’amministratore di un condominio vicino alla “casa gialla” e sono poi partite raccolte di firme e una lettera alle forze dell’ordine e al prefetto. Ieri la svolta: è stato eseguito lo sfratto esecutivo che da oltre un anno impegnava in tribunale il proprietario della casa, Renzo Minto, titolare dell’albergo Alverì di via Ca’ Marcello. Aveva affittato la casa ad una associazione culturale di immigrati che ha pagato solo un mese. Poi sono iniziati i problemi. «Ci è voluto un anno per arrivare allo sfratto. Non ne potevo più di questa situazione che mi ha portato a problemi con il vicinato. Imputavano a me una situazione che non è certo dipesa da me. Ringrazio sia la polizia che l’ufficiale giudiziario per aver eseguito lo sfratto. Ora la casa verrà sgombrata e chiusa definitivamente per essere sottoposta in futuro a profonda ristrutturazione».
Rinvio a Favaro
. Altro caso, completamente diverso a Favaro in via Monte Prabello. Protagonista «una famiglia composta da una madre capofamiglia disoccupata, un figlio di 5 anni affetto da gravi sindromi e da una figlia in stato avanzato di gravidanza». Dichiarati occupanti senza titolo di una casa Ater. Ma per Sinistra Italiana, presente per tentare di fermare lo sfratto con l’utilizzo della forza pubblica, la famiglia non ha operato alcuna occupazione abusiva «ed è stata esclusa per ragioni misteriose dalla sanatoria regionale del 1996». Diana Zancarello dello Sportello Sociale, ha sottolineato l’assurdità «di una situazione dove con grande dispendio e dispiegamento di forze si intendeva lasciare in strada donne in gravidanza e minori quando sarebbe stato agevole trovare una mediazione ai sensi della legge regionale». Per Mattia Orlando, segretario veneto di SI, la grave emergenza abitativa in terraferma «andrebbe affrontata con un effettivo monitoraggio degli alloggi vuoti e non certo con raffiche di sgomberi forzosi».
Mitia Chiarin
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