Sesso in ufficio assieme a sei trans

Le pesanti accuse nei confronti di Staffa, ex presidente della Corte d’Assise di Venezia ora Pm a Roma
Il giudice Roberto Staffa (C) legge il dispositivo della sentenza a carico di Luigi Faccia e Giuseppe Segato nel 1998. ANDREA MEROLA / ANSA
Il giudice Roberto Staffa (C) legge il dispositivo della sentenza a carico di Luigi Faccia e Giuseppe Segato nel 1998. ANDREA MEROLA / ANSA

VENEZIA. Non solo rivelazioni di notizie su procedimenti giudiziari, incursioni nel registro degli indagati per acquisire informazioni su inchieste a lui non delegate, ma anche sesso con una donna per garantire «l’interessamento - si legge nel capo di imputazione - per far ottenere la scarcerazione» di un noto capo clan romano. C'è anche questa contestazione per Roberto Staffa, il pubblico ministero di Roma arrestato nell'ambito di un'inchiesta della magistratura di Perugia e per dieci anni presidente della Corte d’assise veneziana. Nella richiesta di arresto, in particolare, si legge che al fine di garantire il proprio interessamento sulla scarcerazione, Staffa «in due distinte occasioni riceveva prestazioni sessuali» da una donna e comunque si adoperava «per farle ottenere nel frattempo un colloquio» con il detenuto «dando parere favorevole alla sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere con quello degli arresti domiciliari». Nello stesso ambito, è detto nel capo di accusa, Staffa «utilizzando le proprie credenziali di accesso (Id e Password), ma violando le condizioni ed i limiti risultanti dal complesso delle prescrizioni impartite per l'accesso al sistema Rege (registro generale delle notizie di reato), abusivamente si introduceva nel sistema effettuando una ricerca sulla persona del capo clan», mostrando alla donna con quale ha avuto rapporti sessuali la schermata relativa ai risultati della ricerca notizie relative ai carichi pendenti». A far scattare le indagini (i carabinieri romani hanno utilizzato anche una telecamera che hanno nascosto all’interno dell’ufficio del magistrato, al quarto piano della palazzina B di piazzale Clodio) la denuncia di un transessuale, ma sarebbero ben sei trans che Staffa avrebbe indotto «indebitamente» ad avere rapporti sessuali con lui nel proprio ufficio. Stando agli inquirenti si tratta di stranieri non in regola con le norme di soggiorno e alcuni coinvolti nel mondo della prostituzione. Per due di loro, il pm arrestato è accusato di aver dato parere favorevole alla scarcerazione, ma anche di aver chiesto o promesso il rilascio di un permesso temporaneo di soggiorno per motivi di giustizia in relazione alle dichiarazioni rese nei procedimenti assegnati al pm. Staffa è anche accusato di rivelazione del segreto d'ufficio per aver «agevolato la conoscenza» ad un trans (posto sotto inchiesta) di una imminente perquisizione nella propria abitazione. È quanto emerge nel capo di imputazione, dove si fa riferimento alla vicenda di Larissa Dias De Oliveira detto ''Larissa operata''. Al trans il pm «abusando della sua qualità, rivelava notizie di ufficio, le quali dovevano rimanere segrete». In particolare quella di una perquisizione in casa sua.

Il procuratore di Perugia Giacomo Fumu e il pm Angela Avila, che coordinano le indagini, sono rimasti anche ieri a Roma per acquisire altra documentazione, ma sicuramente oggi torneranno a Perugia per assistere all’interrogatorio dell’indagato, difeso dall’avvocato Salvatore Volpe che ha trascorso la notte scorsa in una cella singola del carcere di Capanne.(g.c.)

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