Serrande abbassate alla Casa della Scarpa
Il titolare Ranzato ha deciso di andare in pensione. Al posto del suo negozio aprirà una cartolibreria

Chiude un pezzo della storia del commercio di Mestre. Dopo quasi 50 anni, la Casa della scarpa in piazza Barche chiude i battenti. Ma stavolta non c’entra la crisi o il disfacimento del centro di Mestre che vede chiudere un negozio dopo l’altro. Questa volta è solo la voglia di riposarsi e andare in pensione. Almeno così la pensa Enzo Ranzato che dal 1973 ha guidato con il figlio Simone uno dei negozi di scarpe più conosciuti a Mestre.
Enzo è frastornato, tra il gestire la chiusura e lasciare il posto a quella che probabilmente sarà una cartolibreria si lascia andare ai ricordi. «A grandi linee terremo aperti fino a fine anno poi subentrerà la nuova gestione che, se non intervengono grandi impedimenti, riguarderà non un negozio di scarpe ma una cartolibreria. Ho la fortuna di essere possessore non solo della licenza ma anche dei muri che mi appartengono dal 1975. Ho iniziato la mia attività nel 1973 poi, con la litigata dei fratelli Coin che erano proprietari dei muri, dopo un anno e mezzo ho richiesto un mutuo e ho acquistato tutto. Sono quasi 50 anni che vendo scarpe e posso dire con orgoglio di aver dato un grande e importante contributo al commercio di Mestre». Adesso un pezzo storico di Mestre scomparirà ma Enzo non è tipo da coltivare rimpianti.
«Io il mio dovere l’ho fatto. Ho quasi 80 anni e ho visto cambiare Mestre in mille modi. Ha avuto il suo boom, poi ha vissuto la crisi e ha visto nascere centri commerciali e chiudere tanti negozi. Ora sembra che ci sia una piccola ripresa ma io sono stanco un po’ di tutto. Ho dato tanto e ora è il momento di lasciare il passo ai giovani e alle nuove attività». Ora è arrivato il momento del guadagnato riposo. «Sarei bugiardo nel dire che tutto mi mancherà perché sono un uomo attivo e non riesco a stare troppo a lungo con le mani in mano e magari presto mi inventerò qualcosa ma ora è giunto il momento di fermarmi. Sono contento di quello che ho creato ma adesso sono stanco e ho voglia di passare li ultimi anni in tranquillità e di andare a godermi una meritata pensione anche se a malincuore perché mi conosco e so che ci rimuginerò per tanto tempo ma un imprenditore serio sa quando è il momento di lasciare. Adesso con l’inizio della ripresa economica è giusto lasciare spazio ai giovani anche se gestiranno un’attività diversa dalla mia».
Cosa lascia a Mestre? «Il coraggio dell’imprenditoria e la forza di non arrendersi mai nemmeno nei momenti di crisi e spero che serva di esempio per le nuove generazioni. Io ho resistito contro i centri commerciale e la crisi senza lasciare a casa nessuno». E adesso cosa ha voglia di fare visto che vuole godersi la pensione? «Un bel viaggio con la mia famiglia. Dove? Devo ancora pensarci. Ma non lo so, magari presto mi verrà voglia di buttarmi in una nuova avventura. Chi lo sa?». Tanti sfruttano la crisi per chiudere bottega oppure additano come responsabili i centri commerciali, con i quali per alcuni settori è davvero difficile entrare in competizione. Enzo invece ha solo deciso di godersi una meritata pensione in compagnia della famiglia.
Gian Nicola Pittalis
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