Seriman, «no al cambio d’uso del palazzo delle suore». Altolà dei comitati all’albergo

VENEZIA. Altolà al nuovo albergo nello storico palazzo delle suore a Cannaregio. Associazioni e comitati hanno pronto un dossier da inviare al Comune, alla Soprintendenza e al ministero per i Beni culturali. «Il cambio d’uso non si può fare», dicono, «a meno di stravolgere l’edificio che ha grande importanza dal punto di vista storico e architettonico». Il motivo è presto detto. Per trasformare il convento, lascito oggi di proprietà delle Ancelle di Gesù Bambino nell’ennesima attività ad uso turistico-ricettivo sarebbe necessario prima di tutto realizzare stanze al piano terra e al piano nobile. «Non è possibile, per la tipologìa degli spazi che non sono divisibili», si legge nella relazione. Le stanze potrebbero esser ricavate al piano secondo e terzo. Una ventina ci sono già, camere delle religiose. Ma per l’albergo occorre realizzare bagni e servizi igienici.
«Non si può in quel tipo di edificio», scrivono le associazioni, «e noi siamo pronti a dare battaglia». Sta per diventare un caso simbolo, quello del convento di Cannaregio. Edificio gotico di grande pregio, il palazzo Seriman-Contarini viene citato anche da Sansovino. Palazzo di dimensioni notevoli, che testimonia del passaggio dall’architettura gotica al Rinascimento, si legge nelle guide. Acquistato da una famiglia di origine armena proveniente da Isfahan. Scala barocca progettata da Antonio Gaspari che, verso la fine del Seicento, riformò anche il prospetto sul giardino.
Da decenni è la sede centrale delle suore Ancelle (o «Silvestri») Casa Madre e Generalizia delle Suore Ancelle di Gesù Bambino, tra la Chiesa di santi Apostoli e i Gesuiti vicino alle Fondamenta Nuove.
Fino a qualche anno fa ospitava un importante scuola materna, retta dalle religiose. Asilo dove sono cresciute generazioni di veneziani. Adesso l’asilo è stato chiuso, per mancanza di suore. Le madri sono rimaste in otto. E qualche giorno fa la Superiora ha chiesto udienza al patriarca Francesco Moraglia, mettendo nelle sue mani il dossier del palazzo. Spese crescenti, risorse sempre meno. Così l’edificio restaurato pochi anni fa nel tetto e negli intonaci con i fondi della Legge Speciale, potrebbe essere messo sul mercato. E ovviamente diventare un nuovo hotel. Qualcuno si è già fatto avanti, ma adesso a interessarsi della cosa sono anche intellettuali, comitati e associazioni. Si tenta di dire «basta» a una trasformazione che sta assumendo nella città storica dimensioni enormi. Come fare? «Si potrebbe reintrodurre la prelazione del ministero», dicono i comitati, «che poi potrebbe assegnare la gestione dell’efificio pregiato in base a progtti presentati. In questo modo la proprietà rimarrebbe pubblica e la gestione diventerebbe economicamente sostenibile». Ma intanto palazzo Seriman è sul mercato, anche se non ancora ufficialmente in vendita. Potrebbe diventare la nuova frontiera in difesa della residenze e contro la città turistica. Mobilitazione annunciata dai comitati e dalle opposizioni. Sono decine gli edifici religiosi trasformati in arrività ricettiva, molti dopo il Giubileo del Duemila come i Cavanis e gli Artigianelli, la casa Santa Chiara e l’istituto delle Mantellate a Sant’Elena, il convento di Malamocco. E ultimo quello di Sant’Alvise, che ha avuto anche la deroga del Comune.—
A.V.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia