Sequestro, violenza e rapina. Condannato a 10 anni e 5 mesi

MARGHERA. Ai due anni per l’evasione dal carcere di Pordenone e ai 13 anni e due mesi per violenza sessuale e rapina a Padova, ora il 28enne tunisino Souilah Tawfich deve aggiungere altri dieci anni e 5 mesi di reclusione ai quali è stato condannato ieri dal giudice veneziano Massimo Vicinanza per sequestro di persona, violenza sessuale, rapina e lesioni. Decisa anche una provvisionale di 10 mila euro per la parte civile, che si era affidata all’avvocato Claudio Santarossa. Il pubblico ministero Lucia D’Alessandro aveva chiesto una pena più pesante, comunque il magistrato ha sostanzialmente accolto l’impostazione della rappresentante della Procura, che aveva coordinato le indagini dei carabinieri veneziani del Nucleo investigativo. I fatti sono accaduti il 15 ottobre dello scorso anno, quando il giovane tunisino era riuscito a evadere dal carcere e poche ore dopo aveva sequestrato una giovane di San Vito mentre usciva dal ristorante. Con l’auto della ragazza (lei era stata legata e imbavagliata dopo essere stata picchiata) da Pordenone aveva raggiunto Marghera, dove nei pressi della Cita, l’aveva violentata; quindi intorno alle 5 del mattino l’aveva scaricata poco fuori Scorzè. Da là, la giovane aveva immediatamente chiamato il 112, dando l’allarme e soprattutto informando le forze dell’ordine riguardo quale tipo di automobile il tunisino stesse utilizzando per la fuga. E, infatti, proprio nei pressi di Padova era stato bloccato grazie alle informazioni fornite dalla vittima della violenza. La testimonianza della giovane è stata fondamentale per ricostruire i movimenti di Tawfich e per permettere ai carabinieri e al pubblico ministero veneziani di contestare i numerosi reati commessi. Oltre alla violenza sessuale, le lesioni procurate alla giovane donna con le percosse, la rapina della sua automobile e il sequestro di persona, visto che è stata costretta da lui ad arrivare da Pordenone a Marghera e poi a Scorzè. Per la prima volta, ieri, l’imputato ha risposto alle domande e ha fornito un’incredibile versione dei fatti: ha raccontato che la ragazza non si è mai ribellata e che era stata consenziente ad avere un rapporto sessuale con lui. A Padova era stato condannato per l'aggressione nei confronti di una 25enne bulgara che si prostituiva: si era appartata con il tunisino per lavoro e lui non aveva esitato ad estrarre un coltello, puntarlo alla sua gola, rapinarla del cellulare e di 270 euro, costringendola a un rapporto sessuale completo. Era il 4 marzo 2014. Il giorno precedente l'uomo aveva tentato di rapinare, minacciandola con il coltello, una 24enne romena; il 2 marzo era stata violentata una giovane moldava che sbarcava il lunario prostituendosi; lo stesso giorno una connazionale era stata rapinata di 400 euro. Prima, il 14 febbraio, aveva sequestrato e rapinato un'infermiera 40enne padovana, sorpresa dopo il turno di lavoro mentre stava salendo a bordo della propria auto.
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