Sei priorità per la Città metropolitana
Logistica d’avanguardia, università, casa, beni comuni, rigenerazione e federalismo fiscale. Su Internet la piattaforma

Agenzia Candussi, giornalista Favarato. Commissione Parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al riciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, presso Auditorium Centro Servizi Città Metropolitana Venezia, Mestre.
Beni comuni, casa, federalismo fiscale, welfare, periferie, inclusione sociale, ambiente, lavoro, partecipazione, ricerca e anche sistema sociosanitario.
Eccoli i temi cardine della città metropolitana individuati nell’ultimo lavoro della Fondazione Gianni Pellicani. “Pensare Venezia” è il proseguimento del lavoro dell’Osservatorio sulla città metropolitana della Fondazione che aveva già prodotto un volume nel 2014. Un contributo concreto al lavoro in corso nel consiglio metropolitano per la stesura del Piano strategico della Città metropolitana di Venezia. Quello che delineerà le scelte e le priorità del futuro.
Tanti in questi mesi hanno fornito contributi: dalla Camera di commercio all’Unione dei comuni del Miranese. Anche la Fondazione Pellicani ha già consegnato a Luigi Brugnaro e al segretario generale il rapporto di 110 pagine e con sei scenari da approfondire. Ma la Fondazione va oltre: ha collegato al proprio rapporto una piattaforma internet aperta alla discussione sui sei scenari individuati dai ricercatori della Fondazione per priorità e valenza. «Non si tratta di un piano alternativo ma di un lavoro che è partito dall’analisi dei quotidiani locali e nazionali, dalla partecipazione a dibattiti accademici e politici e da una trentina di interviste ai cosiddetti stakeholders: studiosi, categorie economiche e professionali, imprenditori. E ora con la piattaforma web ci apriamo ai contributi di tutti. Siano privati cittadini, associazioni o comitati. Avranno a disposizione schede per i loro contributi. Le prime sono già arrivate, contiamo di riceverne tante entro pochi mesi», spiega Nicola Pellicani che ha presentato ieri lo studio, frutto del lavoro del suo gruppo di giovani ricercatori: Giuseppe Saccà, Nicola Pavan, Carlo Pavan, Mauro Richeldi e Natascia Di Stefano.
Lo studio parte dall’esame delle esperienze più avanzate in Italia di Piano strategico: Bologna (che era partita prima della legge Delrio), Milano (che per prima ha approvato il Piano) e Torino, capofila di queste politiche. La legge che istituisce le città metropolitane resta carente, evidenzia Pellicani, «non solo per la questione dei confini, che coincidono con quelli della vecchia provincia di Venezia, ma anche perché non è ancora sciolto il nodo delle deleghe». Il rapporto evidenzia poi il ruolo dell’Europa e dei finanziamenti europei. Venezia conta già sui primi 40 milioni del Pon Metro. Ma per delineare le politiche future sono gli scenari l’aspetto più interessante. La Fondazione chiede di valutare l’ipotesi di un Hub logistico del Nordest con una politica sovralocale di trasporto merci e persone, l’allargamento della zona franca, la messa a frutto di risorse come Porto e aeroporto per arrivare all’avanguardia nei commerci con il mondo. E poi la rigenerazione urbana, sfida che chiama in causa il turismo, i flussi, il futuro di commercio e artigianato e la promozione di luoghi dinamici per rigenerare quartieri e periferie che sono tornate sotto i riflettori dopo la visita dalla commissione parlamentare. E il polo dell’innovazione culturale e sociale con l’Università che diventa protagonista in città nei rapporti con cultura e imprenditoria (la cosiddetta terza missione). Ancora: la necessità di reinventare la politica sulla casa (oggi emergenza tra sfratti e occupazioni) e l’uso degli spazi pubblici, con il regolamento dei beni comuni proposto dal gruppo G124 di Renzo Piano. Altro tema nodale il federalismo fiscale e la legge speciale. E infine, nato dal confronto con professionisti del settore, nuove idee sulle politiche sociosanitarie per garantire livelli essenziali paritari ai cittadini per l’area metropolitana.
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