Scorciatoia lungo i binari «Ragazzi è pericolosissimo»

Camminare sulla massicciata della ferrovia lungo i binari è severamente vietato, ma soprattutto è pericolosissimo. Eppure alcuni ragazzi non esitano a farlo, usando i binari come scorciatoia per...

Camminare sulla massicciata della ferrovia lungo i binari è severamente vietato, ma soprattutto è pericolosissimo. Eppure alcuni ragazzi non esitano a farlo, usando i binari come scorciatoia per raggiungere prima la stazione ferroviaria. Succede a San Donà e a denunciarlo sono alcuni abitanti che risiedono nelle case che si affacciano di fronte alla ferrovia. L’ultimo episodio è avvenuto giovedì, intorno alle 13.20, e ha avuto come protagonisti tre giovani, tutti maschi. Il terzetto, zaino in spalla, è stato visto arrampicarsi sulla massicciata dei binari in corrispondenza della curva stradale in cui via Milano si trasforma in via Asiago.

Si tratta di una strada percorsa ogni giorno da molti studenti che, provenienti dalla cittadella degli studi, si dirigono alla stazione per prendere il treno e tornare a casa. E alla stazione erano diretti con ogni probabilità anche i tre giovanissimi, che però hanno avuto la pessima idea di farlo camminando lungo i binari, così da accorciare di un po’ il tragitto a piedi. Con il rischio altissimo di essere investiti da un treno, che in qualsiasi momento sarebbe potuto arrivare a velocità, visto che da quel punto alla stazione ci sono almeno trecento metri. Giovedì gli abitanti non hanno avuto il tempo di avvisare le forze dell’ordine. D’altra parte, anche chiamando, il terzetto avrebbe già fatto in tempo a dileguarsi prima dell’arrivo degli agenti. Ma gli abitanti hanno deciso comunque di rendere pubblico l’accaduto, ricordando che tre mesi fa a Oderzo uno studente di soli 18 anni, Luca Sponchiado, è stato ucciso da un treno. «Non è la prima volta», fanno sapere i residenti, «che si vedono dei ragazzi camminare lungo i binari. Ci fanno venire i capelli bianchi dalla paura». In passato una signora aveva già telefonato alle forze dell’ordine.

Giovanni Monforte

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