Scoprire il “bello nascosto” per battere il turismo di massa

Un progetto della Confartigianato per valorizzare i “distretti dell’eccellenza” De Checchi: «Il tetto massimo dei visitatori deve essere di 52 mila al giorno»



Scoprire la bellezza nascosta. La ricchezza degli artigiani veneziani che resiste e non vuole essere travolta dal turismo di massa. Il nuovo progetto lanciato dalla Confartigianato Venezia punta in alto. «Il nostro sogno», dice il segretario Gianni De Checchi, «è quello di valorizzare le nostre eccellenze. E di invertire pian piano la proporzione fra i turisti che passano due o tre giorni in città e quelli giornalieri. Oggi i primi sono solo il 25 per cento». Come si fa? Il primo passo è la valorizzazione dei «distretti artigiani». Venezia è città particolare e atipica. I maestri stanno scomparendo, la città è stravolta dal turismo e dal consumo veloce. «Ma realtà di livello esistono», dice Enrico Vettore, coordinatore del progetto di rilancio. Si chiama «Turismo esperienziale e rivitalizzazione delle aree urbane». Punta a rivedere il concetto del viaggio. A spiegare al turista, meglio al visitatore, che si può essere soggetti attivi e non solo spettatori. Un’esperienza che permette agli ospiti di visitare i laboratori e vedere gli artigiani all’opera. Ieri la visita «interattiva» alla sede di Vianello Pavimenti a San Stae, una delle poche realtà che mantiene viva l’arte del terrazzo alla veneziana. La settimana prossima sarà la volta della Fonderia Valese in fondamenta Contarini, della falegnameria Girelli, della tappezzeria Vianello in Ruga Do Pozzi, di Unisve (stucco e marmorino), in fondamenta dello Squero a Dorsoduro. «Si possono vedere gli artigiani al lavoro», dice Vettore. Il successo dell’iniziativa dimostra che c’è richiesta di questi servizi. I primi due eventi sono già «sold-out».

«La notte è piccola per noi» è il titolo della seconda iniziativa di Confartigianato in collaborazione con la Camera di commercio. Microdistretti da visitare. Si parte il 6 aprile con le Fondamente della Misericordia e della Sensa. Ecco l’officina fabbrile dei fratelli Zanon, i costumi di Stefano Nicolao, le creazioni artistiche di Adriano Cincotto. Secondo tour, sabato 13 aprile: da Santa Maria Mater Domini a Sant’Agostin. Le vetrate a piombo di Marco Franzato, i gioielli di carta di Paper Owl, le maschere di Casanova, gli arredi di Lunardelli, gli oggetti in legno dell’artista Angelo Dalla Venezia, l’arte orafa di Labirintho. Si prosegue con San Lio e San Giovanni e Paolo (il cioccolato di VizioVirtù, la legatoria di Marina De Grandis, il restauro del mobile di Marco Lachin. E, infine, i Carmini e Ognissanti, con le maschere di Leonardo Faggian, il ferro battuto di Marco Tenderini, lo squero dei Tramontin.

Una strada in cui gli artigiani credono. A cominciare dalle titolari di Vianello pavimenti, Giorgia e Gabriella, Stefania Giannici di Paper Owl.

«Ma bisogna ridurre la pressione turistica», dice De Checchi, «la soglia massima è stata fissata in 52.100 visitatori al giorno. Lì bisogna fermarsi. Il contributo di accesso deve servire a questo». —



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