Il corteo sul ponte della Libertà (foto Matteo Tagliapietra/Interpress)
Il corteo sul ponte della Libertà (foto Matteo Tagliapietra/Interpress)

Sciopero ProPal, due cortei a Venezia e Mestre: migliaia in strada, bloccato il ponte della Libertà

Mobilitazione per Gaza con i cortei da campo Santa Margherita e dalla stazione di Mestre verso il ponte. Disagi nei trasporti, manifestanti sul tetto del Garage comunale a piazzale Roma. L’attacco di Speranzon (Fdi): «Indecente bloccare il ponte della Libertà»

Mitia Chiarin, Chantal De Feo, Pietro Urbani

 

Grandissima partecipazione a Venezia alla manifestazione per la pace in Palestina e a sostegno della Flotilla, venerdì 3 ottobre. Due cortei sono partiti da Venezia (campo Santa Margherita) e da Mestre (stazione ferroviaria) congiungendosi a metà del ponte della Libertà, chiuso al traffico a partire dalle 10.

Secondo gli organizzatori la partecipazione stimata è stata di oltre 25 mila persone. D'intesa con la Prefettura, la manifestazione ha occupato la corsia in direzione Venezia, mentre quella in direzione Mestre è stata lasciata libera per i mezzi di emergenza.

 

Il fiume di manifestanti ProPal invade il ponte della Libertà a Venezia

 

Con il ponte della Libertà chiuso, il traffico ha subito forti disagi, con code in tangenziale e in tutte le strade della zona, fino al centro di Mestre. In tilt il trasporto pubblico locale.

In corteo moltissime bandiere della Palestina, della Cgil e dei sindacati di base, del coordinamento degli Studenti medi e dell'Unione degli universitari, i Comitati No Inceneritore. In testa al corteo i centri sociali veneziani, dal Rivolta al Morion, con il leader storico Luca Casarini, capo missione della nave Mediterranea: «Questo movimento è il risultato di due anni di complicità del governo italiano, che non ha mai fatto niente per fermare Israele».

 

Luca Casarini al corteo ProPal a Mestre: "Governo ossessionato da chi soccorre"

 

Mentre i manifestanti veneziani sostavano in piazzale Roma, un grande striscione con lo slogan Free Gaza è stato calato dal fabbricato dell'autorimessa comunale.

Secondo la Cgil veneziana è stato «un successo senza precedenti che dimostra come lavoratori e pensionati non accettino l'aumento della spesa in armamenti e chiedono con forza più risorse per salari, pensioni e salute». 

 

L'incontro tra i due cortei ProPal a metà del ponte della Libertà tra Venezia e Mestre

 

 

 

Anche il mondo del trasporto ha aderito largamente allo sciopero, con una fortissima limitazione delle corse in laguna e in terraferma. Fermo anche il tram. Moltissime scuole superiori sono rimaste chiuse a causa dell'adesione del personale docente.

All’ora di pranzo i due cortei sono tornati rispettivamente verso Mestre e verso Venezia.

Le foto della giornata

 

Il corteo a Mestre
Il corteo a Mestre

 

 

Il ponte della Libertà deserto causa manifestazione (foto Lorenzo Pòrcile)
Il ponte della Libertà deserto causa manifestazione (foto Lorenzo Pòrcile)

 

I manifestanti in piazzale Roma bloccati dalla polizia (foto Matteo Tagliapietra/Interpress)
I manifestanti in piazzale Roma bloccati dalla polizia (foto Matteo Tagliapietra/Interpress)

 

L’attacco di Speranzon (Fdi): «Indecente bloccare il ponte della Libertà»

Duro l’attacco del senatore veneziano di Fdi Raffaele Speranzon, vice capogruppo vicario di Fratelli d’Italia a Palazzo Madama, dopo lo sciopero Propal: «Lo sciopero è un diritto costituzionale, non uno strumento di lotta politica da piegare a interessi di parte.

Non può e non deve diventare un abuso, usato per mettere pretestuosamente in difficoltà i cittadini, le imprese e le persone comuni, creando al contempo occasioni di devastazione delle città, aggressioni alle Forze dell’Ordine e distruzione impunita di beni pubblici e privati.

Inneggiare alla pace mentre si invoca la morte dei rappresentanti del Governo è una contraddizione inaccettabile.

Bloccare per ore il Ponte della Libertà è indecente e dimostra una volta di più che i centri sociali non sono spazi di confronto democratico ma di indottrinamento ideologico che avvelenano le coscienze dei giovani con l’odio e li trasformano in violenti intolleranti.

Le vergognose scene di violenza dei sedicenti pro-Pal, a cui siamo costretti ad assistere nel nostro Paese e anche nelle città del Veneto, fanno male: sono il frutto di una radicalizzazione purtroppo alimentata e cavalcata anche dalla Cgil e dalla sinistra di opposizione.

Privi di argomenti politici concreti, i responsabili della sottoscrizione di contratti che hanno reso i lavoratori italiani tra i più poveri d’Europa, scelgono la strada del caos e delle piazze violente per attaccare il Governo e per seminare il terrore tra i cittadini per bene. Si tratta di una strategia tragica sotto ogni profilo: storico, perché dimostra che non si è imparato nulla dagli errori che in passato portarono al terrorismo armato; geopolitico, perché ignora completamente la complessità del momento internazionale, che richiederebbe invece responsabilità, equilibrio e serietà; politico, perchè questa irresponsabilità allontanerà sempre di più gli elettori dalle urne, soprattutto quelli che una volta votando PD non credevano di votare per l’estrema sinistra».

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