Sciopero e rabbia dei lavoratori Actv Il ponte bloccato l’incontro con Seno

Poco dopo le 15 i Ray-Ban a specchio di Giovanni Seno riflettono gli oltre 250 dipendenti di Actv che gli stanno di fronte a muso duro, a piazzale Roma, dalla parte opposta delle barriere che separano la biglietteria dell’azienda dalla corsia dei bus.
Il direttore generale di Avm è qui perché, questo faccia a faccia, è stato il punto di mediazione raggiunto per convincere i lavoratori, con le bandiere del sindacato Sgb, a liberare il Ponte della Libertà, occupato all’altezza della deviazione per il Tronchetto per circa mezz’ora. Piazzale Roma isolato, traffico paralizzato. Il presidio programmato è diventato una marcia sul ponte, la protesta è cresciuta nei toni, i lavoratori sfogano la rabbia per disdetta dell’integrativo e i nuovi turni. L’Sgb di Danilo Scattolin guida la protesta ma, seduti sull’asfalto, controllati dai poliziotti, ci sono piloti e autisti iscritti a tutti i sindacati, c’è Valter Novembrini, Filt Cgil. Blocco stradale, manifestazione non autorizzata, assembramento. Verranno tutti denunciati. Dicono ai poliziotti: «E chi se ne frega, stiamo difendendo il nostro posto». Un po’ di tensione, il capo della Digos Carlo Ferretti e il vice questore Eugenio Vomiero a fare da mediatori.
E quindi ora, con il ponte liberato e la protesta che occupa piazzale Roma, eccolo qui Seno, affiancato dal direttore del personale, Carlo Alberto Papaccio. I fischi, i cori che scandiscono lo slogan di questi mesi: «ritira la disdetta, ritira la disdetta». Lo accoglie Scattolin: «Siamo disposti a sederci al tavolo della trattativa subito. Ma Actv ritiri la disdetta». Da Seno non arrivano le parole attese: «Porteremo anche voi al tavolo con il sindaco al quale le altre organizzazioni hanno chiesto un incontro, e quando saremo con il sindaco decideremo». E giù fischi: «Dimissioni!, Dimissioni!».
Brugnaro è il convitato di pietra. In mattinata aveva concesso un’apertura: «Mi hanno inviato una lettera d’incontro, li incontrerò volentieri». Ancora: «Spero che si siedano a trattare, non ci sono scorciatoie al tavolo di trattativa se vogliamo risolvere i problemi».
Ma i lavoratori che adesso sono qui non si fidano. In piazzale Roma la trattativa si fa riservata: Scattolin, Seno, Papaccio. Poi arriva anche Novembrini. Intorno a loro un cordone di agenti, come una quinta tirata a teatro.
Scattolin: «Non dico ritirare, ma almeno sospendete la revoca, qui succede un casino. E la responsabilità è vostra».
Seno: «No, è vostra se succede un casino».
Scattolin: «Ma se venite qui dovete concederlo un minimo di apertura».
Seno: «Ma noi l’abbiamo già fatta l’apertura, siete voi che non l’accogliete».
Dialogo fitto, mezz’ora buona. Poi Seno si allontana per una telefonata. Torna, accordo trovato. Eccolo: prevede il rientro dalla cassa integrazione nel settore navigazione di una decina di lavoratori, per alleviare i turni attuali. Rientro dei lavoratori (si parla di 7-8) anche nel settore automobilistico. E da lunedì apertura di un tavolo della trattativa. Ma la revoca della disdetta dell’integrativo non c’è. Scattolin e Novembrini provano a convincere i lavoratori della bontà dell’intesa: «E’ un’occasione da non perdere, è un passo avanti, sono pronti a valutare nostre proposte alternative alla revoca», dicono. Ma per i lavoratori l’azienda sta facendo melina. Sono passate le 16, il presidio si sfalda, i sindacalisti si fanno da parte: «Hanno ragione ad essere arrabbiati. Solo il sindaco può risolvere la situazione». —
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